‘L’audizione del Procuratore della Repubblica di Venezia Roberto Gava richiesta dalla Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha reso evidente una situazione ambientale conflittuale e pesante in Veneto, con un aumento dell’illegalità diffusa grazie anche, ma potremo dire soprattutto, ad autorità politiche poco interessate ad intervenire in positivo e promotrici di sistemi opachi in cui si sono mossi in modo soggettivo e di convenienza personale, dirigenti, funzionari e politici stessi’. Lo riferisce Laura Puppato, capogruppo Pd in Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
‘Innanzitutto esiste un pezzo di imprenditoria che lavora nel ciclo dei rifiuti che si rende indisponibile a collaborare e lavorare nella legalità, come riportano le testuali parole del Procuratore: ‘più difficile trovare un imprenditore siffatto che un senegalese con dimore variabili’, insomma una sorta di malefico gioco del gatto con il topo nei confronti della magistratura, cercando ogni pretesto per ritardare le indagini – spiega Puppato – anche semplicemente non facendosi trovare per le notifiche in modo da guadagnare giorni e settimane intasando il lavoro delle Corti. L’obiettivo è chiaramente la prescrizione, uno strumento con cui la maggior parte si salva dai gravi reati per cui è indagata. Questa situazione ha visto crescere il malaffare a danno degli onesti, con un mercato dove la concorrenza sleale smonta il sistema della legalità e dissuade gli investimenti degli imprenditori più capaci e corretti. Del resto – ha aggiunto ancora la senatrice – sono mancati gli organi pubblici efficienti ed imparziali come il caso, spaventoso perché tollerato e continuativo, dell’Ing. Fabio Fior, massimo dirigente del settore ambiente della Regione Veneto, imputato anche di associazione a delinquere, socio occulto di varie società nel settore rifiuti e reggente il controllo di discariche e impianti, comprese funzioni di collaudo a posteriori, con evidenza di gravi conflitti di interesse supportati dalla stessa politica. Prova ne sia che è tuttora presente nei ranghi regionali e questo pone dubbi sull’intero sistema messo in campo dalla politica regionale negli ultimi 15 anni’. ‘Tutto questo aggiunge perplessità sulla situazione ambiente del Veneto, davvero allarmante. Non basterà il grande lavoro fatto dal Parlamento sui reati ambientali, aumentando la prescrizione e rendendo possibile l’inserimento dei reati ambientali nel codice penale, ma servirà un cambio di rotta in Veneto, che rimetta al centro il tema della trasparenza e della correttezza nelle procedure, nonché fornire a Procura e forze dell’ordine i mezzi e gli strumenti per fermare i disonesti’.

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