“Il ministro Piantedosi ha in sostanza ammesso che la sospensione di Schengen a Est non serve
per fermare i terroristi, come è stato presto evidente dopo i
primi allarmi. Tutto il dispiegamento di forze dell’ordine tolte
alla sicurezza delle città, tutti i militari tolti alle forze di
difesa, tutte le strutture allestite e i milioni spesi servono
per ottenere i risultati di cui il ministro Piantedosi si fa
vanto, cioè circa 6 respingimenti al giorno e una manciata di
arresti. E intanto ci sono aree di Trieste o di Udine in cui i
cittadini hanno paura di passare di notte e talvolta anche di
giorno: bel risultato. Il danno lo hanno patito lavoratori e
imprese transfrontaliere, ma di questo né Piantedosi né la
presidente Meloni si preoccupano, nella loro infinita campagna
elettorale”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd),
commentando quanto dichiarato dal ministro dell’ Interno Matteo
Piantedosi, oggi in Prefettura a Gorizia al Trilaterale con i
colleghi di Lubiana e di Zagabria.
“Se serviva una riprova del fatto che i terroristi non c’entrano
nulla con Schengen – osserva la senatrice – ecco che risorge
l’ipotesi di impiegare la Protezione civile regionale sui
confini, che speriamo il presidente Fedriga non voglia schierare
contro i ‘lupi solitari’ temuti dal Viminale”. L’unico aspetto
positivo di cui è auspicabile resti traccia – aggiunge Rojc – è
un vero coordinamento tra polizia italiana, slovena e croata,
meglio se inserito in un dispositivo europeo”.