“Non è accettabile apprendere tramite una telefonata del capo del personale di AST alle rappresentanze sindacali che l’AD ha deciso unilateralmente di applicare il suo piano di riorganizzazione del sito produttivo. Purtroppo siamo stati facili profeti ad intravedere coni d’ombra preoccupanti, dopo l’audizione dell’AD di AST la scorsa settimana al Senato”. Lo dice il senatore del Pd Gianluca Rossi, eletto a Terni, contro la decisione di applicare, a partire dal 3 marzo, un piano di riorganizzazione non condiviso con le RSU.
‘Non riesco davvero a comprendere- prosegue Rossi – la ratio sottesa ad un simile gesto, che non ha nessuna utilità, se non quella di rinfocolare tensioni e conflitti controproducenti, che l’AD aveva proprio chiesto alla politica di scongiurare nella sua audizione e non solo a Palazzo Madama. In più leggo anche un certo fastidio verso il Parlamento da parte della AD Lucia Morselli, che non più tardi di sei giorni fa è stata audita dalla commissione Industria del Senato, dove è stata convocata per parlare delle prospettive dell’azienda che dirige. Si è dimenticata di fornirci questo particolare oppure il piano di riorganizzazione è frutto di riflessioni estemporanee? Siamo infatti ancora in attesa dei dati che le abbiamo richiesto proprio al fine di scongiurare quanto sembra stia accadendo”.
Rossi conclude sottolineando che: “sia nel merito che nel metodo, ci ritroviamo ai nastri di partenza. Mi trovo quindi nuovamente costretto a chiedere al Governo di intervenire tempestivamente sulla vicenda, convocando sindacati e azienda, per far valere gli accordi sottoscritti al MISE il 3 dicembre 2014 così come richiesto dalle RSU aziendali”.

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