‘Il governo ha accolto in Commissione Bilancio il nostro ordine del giorno finalizzato a tutelare gli affittuari che, aderendo alle norme del decreto legislativo del 2011 sul federalismo fiscale municipale, hanno denunciato un contratto in nero o un finto comodato d’uso gratuito, pensando di godere dei vantaggi stabiliti dalla legge, che consistevano in uno sconto sul canone di affitto. Dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale proprio quella parte del decreto, questi inquilini sono invece esposti al rialzo spropositato dell’affitto. Abbiamo dunque impegnato il governo a garantire loro l’applicazione di un canone equo, evitando gli effetti distorsivi che si sono venuti a creare nel corso della vigenza di quella disposizione di legge’. Lo dicono i senatori del Pd Gianluca Rossi e Stefano Vaccari, firmatari dell’ordine del giorno sottoscritto anche da Pina Maturani, vicepresidente del gruppo del Pd e Francesco Verducci.
‘Con la sentenza 50 del 2014 – spiegano Rossi e Vaccari – la Consulta ha dichiarato incostituzionali gli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 (Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale), che prevedeva vantaggi per i locatari che registravano i contratti di affitto in nero. In particolare, il contratto di affitto veniva fissato in 4 anni, ad un canone pari al triplo della rendita catastale e dal secondo anno scattava un adeguamento pari al 75% di quello Istat. Con la sentenza della Corte costituzionale sono decine di migliaia i cittadini che, pur avendo favorito l’emersione dal nero di parte del mercato immobiliare, si trovano esposti all’innalzamento del canone e al pagamento degli arretrati. Visto che in Italia si stimano 5 miliardi di cespiti non dichiarati con un’evasione IRPEF di 1,5 miliardi di euro, abbiamo impegnato il governo a tutelare chi ha contribuito al contrasto del mercato nero degli affitti’.

Ne Parlano