“Si tratta di una relazione deludente, parallela rispetto alle interviste che come ministro Nordio rilascia”. Così a 9colonne la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia del Pd, Anna Rossomando, commentando la relazione del ministro Carlo Nordio sull’amministrazione della Giustizia. “Deludente – aggiunge – perché ci sono dei punti su cui si continua a non dare risposte, si fa finta che non esistono, invece c’è urgenza di attuare le riforme che sono state approvate con una amplissima maggioranza nella legislatura che ci siamo lasciati alle spalle. Si tratta di riforme molto importanti, non solo per l’ottenimento dei fondi del Pnrr, ma soprattutto perché vanno a toccare temi quali le garanzie dei cittadini, i temi della giustizia, il rafforzamento del principio di non colpevolezza”. “Temi – continua la senatrice dem – che vengono intersecati con soluzioni che riteniamo sbagliate, quali appunto quella di mettere mano alla Costituzione, facendo finta che non ci siano state importanti riforme che devono essere attuate”.
“Contemporaneamente, vediamo che quando si interviene si fanno provvedimenti come il decreto Rave, che introduce più intercettazioni e più carcere” sottolinea Rossomando, evidenziando che “oggi sull’emergenza carceri il governo non ha speso una parola”. Secondo la parlamentare di opposizione c’è in atto “una fuga dalla giurisdizione, alla faccia del garantismo, in quanto il più recente provvedimento approvato in Consiglio dei ministri sposta dalla giurisdizione ai prefetti l’irrogazione di sanzioni su comportamenti che hanno qualificato loro come illeciti o irregolari”. “Per non parlare poi del tema delle intercettazioni – conclude – all’indomani dell’arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto proprio grazie a questo importante strumento, con l’allarme lanciato dalla Procura nazionale antimafia sui reati spia e i reati collegati. Si continua a far finta di non sapere che una cosa è la pubblicazione delle intercettazioni, già stata regolamentata ma sulla quale si può continuare a discutere, un’altra è l’impiego di questo importante strumento: il richiamo generico a limitazioni ci preoccupa moltissimo e deve preoccupare il Paese innanzi tutto”.


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