«Ad Appendino io chiedo cosa ne pensa del fallimento delle politiche sanitarie di questa giunta, della domanda insistente dei cittadini di difesa della sanità pubblica. Le chiedo se le interessa condividere con noi questa battaglia». Così, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, torinese ed esponente della sinistra del partito, interviene nel dibattito in vista delle elezioni regionali. «Valutare un candidato in grado di conquistare consensi anche fuori dal nostro partito è ciò che auspico si debba fare».
Prima del voto è tutti contro tutti “Sì alleanza ma nostro il candidato”
«Valutare se la candidata o se il candidato più adatto ad allargare la coalizione può essere in grado di conquistare consensi anche fuori dal nostro partito è proprio ciò che auspico si debba fare», dice la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, torinese ed esponente della sinistra del Partito democratico.
Senatrice, ora ci sono due disponibilità in campo, ne è nata una vivacità che ha rianimato il clima ma anche tensioni e attacchi interni. Più positivo che negativo?
«Fa bene il segretario regionale Rossi a parlare di “percorso”. Siamo appunto dentro un percorso e l`obiettivo è costruire una coalizione ampia e una squadra inclusiva per il governo della Regione. Le disponibilità che sono arrivate hanno sicuramente riacceso l`interesse generale. In questa fase dobbiamo cercare e sostenere tutti i segnali in arrivo per l`allargamento della coalizione e incoraggiarli. Per questo valorizziamo tutte le risorse in campo. Non facciamo i notai, il compito del Pd è cambiare il perimetro della coalizione».
Il segretario regionale Domenico Rossi insiste sul silenzio dei potenziali alleati. Lui chiama, nessuno risponde. Appendino non parla con voi?
«Ad Appendino io chiedo cosa ne pensa del fallimento delle politiche sanitarie di questa giunta, della domanda insistente dei cittadini di difesa della sanità pubblica. Le chiedo se le interessa condividere con noi questa battaglia, come è già accaduto sul salario minimo, un argomento sul quale è molto attiva. Partiamo dai temi che ci uniscono. Stiamo organizzando una iniziativa su sanità e lavoro il 21 ottobre e naturalmente è un appuntamento aperto a tutti . Lì chiederemo a Cirio se pensa di prendere posizione sui tagli del governo alla sanità».
Il tavolo delle alleanze si tiene a Roma o a Torino?
«A Roma come a Torino. Sarebbe stato assai strano se il partito nazionale non mostrasse interesse per il futuro del Piemonte. La battaglia è certamente ostica ma si può vincere».
Chiara Gribaudo è accusata di essere un cane sciolto. Anche la sinistra del partito, come qualcuno sostiene, la giudica così?
«Chiara Gribaudo ha dato la sua disponibilità e dobbiamo solo ringraziarla. E un`autorevole esponente del partito e ha anche un forte radicamento nel territorio. È una risorsa importante e come lei lo sono tutti coloro che si sono dichiarati disponibili. I dirigenti di questo partito non possono che rallegrarsi».
L`ipotesi di una candidatura civica è tramontata?
«Al momento non è in campo. Ma, come dicevo, se si dovesse pensare che un candidato civico o candidata civica possa raggiungere l`obiettivo allora abbiamo il dovere di non escludere anche quella ipotesi».
Rossi dice che il Pd sceglie il suo candidato, che non saranno i 5Stelle a dire quale sarà il nome. Lei è d`accordo?
«La scelta del nome avviene all`interno di una riflessione che coinvolge la coalizione, senza veti da nessuna parte». Torino insiste sulle primarie mentre Roma pensa che primarie interne al Pd non abbiano senso. Un altro punto di divergenza, non crede? «Le primarie, se ci saranno, non possono che essere di coalizione. Si faranno se non ci sarà una sintesi, ma come e quando lo deciderà la coalizione».


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