Forse con il premier non ci siamo spiegati: se l`alternativa è una riforma pasticciata, noi siamo davvero
pronti ad andarcene a casa. Il ‘gruppo dei 25’ non fa resistenza alle riforme, ma rifiuta il ruolo dei passacarte che alzano la manina in Aula». Il senatore pd Francesco Russo non ha certo l`aria del duro, la radice ‘lettiana’ non si estirpa in un mese e passa di renzismo. Eppure, quando parla della riforma del Senato, sale di giri: «Conservatore io? Ma se la settimana scorsa ho difeso come relatore il ddl Delrio ed ero il campione dell`innovazione… La verità è un`altra, e ha a che fare con i contenuti».

Cosa non va del Senato formato-Renzi?
L`ultima bozza è migliore della precedente, ma in fondo resta una Conferenza Stato-regioni in un palazzo
più prestigioso. E il sistema istituzionale
è più debole: una Camera in
cui comanda una maggioranza-monstre
validata, se va bene, dal 25-30 per
cento dei votanti, e un Senato senza
contrappesi. È dittatura della maggioranza.
Con un`aggravante sul capo dello
Stato. Il Colle continua ad essere nominato
con le soglie del bicameralismo perfetto: con la riforma, alla maggioranza bastano una
manciata di senatori per spuntarla. Bisogna alzare le soglie, altrimenti
si perde la funzione di garanzia del Quirinale. Si aggiunga
che un presidente eletto di fatto dalla maggioranza nominerebbe
a sua volta 21 senatori decisivi in ogni votazione: è
il 15 per cento dell`Aula, pari a un partito da 6 milioni di voti.

Quali correttivi propone?

Il Senato si occupi non solo delle modifiche costituzionali, ma
anche delle leggi sui diritti fondamentali, per le quali deve restare
la doppia lettura, e dei sistemi elettorali. La competenza
sui rapporti Stato-regioni, poi, deve essere vasta, risolvendo i
contenziosi che ora arrivano in Consulta. Vanno inoltre conservate
le commissioni d`inchiesta e il potere ispettivo sugli organi
dello Stato, specie se Montecitorio ha numeri blindati. In
parallelo serve una legge sul conflitto d`interesse.
Senatori eletti o non eletti?
Il dopolavoro di sindaci e governatori non mi esalta, ma non faccio
barricate. Chiariamo prima le funzioni.

Se salta la riforma, salta anche il Pd?
I problemi per Renzi sono Forza Italia, che presenterà un suo
testo, e le critiche serie di Monti e Quagliariello. Renzi dia fiducia
ai senatori Pd, che vogliono fare in fretta e bene. È la sua
arma.

Ce la si fa per i125 maggio?
È dura, se presentano 3mila emendamenti… Puntiamo a un ‘sì’
in commissione entro le Europee. Noi e la presidente Finocchiaro
aiuteremo Matteo. Ne approfitti.

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