“La Commissione di inchiesta sulle banche è partita bene, con una rapidità non comune. Dopo l’insediamento e l’elezione dell’Ufficio di Presidenza si è già approvato il regolamento, strumento fondamentale per il funzionamento attivo e trasparente della commissione. Si è verificato esattamente l’opposto di quanto taluni sostenevano e cioè che si operasse per mandare le cose per le lunghe. E’ veramente raro che si sia potuto deliberare un regolamento certamente complesso, anche accogliendo indicazioni ed emendamenti delle opposizioni, in un tempo così rapido che consente alla commissione di essere immediatamente operativa”. Lo dice il senatore del Pd Gian Carlo Sangalli, componente della commissione di inchiesta sulle banche.
“Va ricordato – prosegue Sangalli – che la commissione opera con i poteri e i limiti della magistratura ed è pertanto giusto che orienti il proprio lavoro esattamente sull’oggetto dell’inchiesta. In tal senso, è stata molto opportuna la scelta di attribuire al presidente, che ha funzione di arbitro, il diritto di giudicare l’ammissibilità o meno delle domande che i commissari possono rivolgere nel corso delle audizioni. Ciò avviene in tutte le commissioni di inchiesta. Ritengo pertanto pretestuose le critiche che taluni hanno voluto avanzare, forse perché – conclude Sangalli – sono state smentite le fosche previsioni che gli stessi avanzavano sul funzionamento della commissione”.


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