‘C’è un atteggiamento procedurale e cautelativo della P.A. che emerge dal decreto sui pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni. Questo decreto dovrebbe rappresentare una rottura con il sistema precedente, garantendo subito quell’ossigeno di cui le imprese hanno bisogno per sopravvivere. Onestamente sembra invece che questa rottura non arrivi mai. Che il passato non passi e il futuro non arrivi’. Lo ha dichiarato il senatore del Pd Gian Carlo Sangalli, intervenendo oggi in Commissione speciale alla Camera. ‘Ci sono, ad esempio, scadenze molto precise – ha detto Sangalli – condizionate però a meccanismi burocratici, come quello della certificazione dei crediti subordinata alla registrazione alla piattaforma elettronica che nel recente passato non ha sortito gli effetti voluti. C’è il rischio che si metta in moto un contenzioso tra amministrazioni, se il procedimento non viene ridefinito in modo efficace, e che a pagare questi ritardi siano ancora le imprese’. ‘Una procedura telematica che si risolve ancora una volta in un meccanismo burocratico, farraginoso che rischia di non salvare un mondo imprenditoriale messo ormai in ginocchio. E’ necessario, invece, mettere subito in campo la liquidità, non in modo velleitario, ma concreto, secondo un ordine di priorità che tenga conto di un criterio cronologico ma – ha precisato Sangalli – anche del comportamento virtuoso tenuto dalle amministrazioni territoriali. Credo che si debbano operare scelte molte precise a cui la PA si deve attenere. La prima è quella di privilegiare il pagamento alle imprese, sia utilizzando i residui in essere nelle amministrazioni, sia puntando in modo determinato e calibrato sulle compensazioni tra debiti e crediti’. ‘Mi sento, inoltre, in dovere di segnalare che, ancora col decreto in discussione, c’é il rischio che sul l’impresa ricadano ulteriori adempimenti burocratici. È evidente che il lavoro del Parlamento – ha concluso Sangalli – dovrà essere finalizzato da un lato a mantenere i saldi di finanza pubblica e dall’altro a far si che la liquidità che verrà resa disponibile abbia un reale effetto sulla crescita e sull’occupazione del Paese’.

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