“E fu così che il Veneto di Luca Zaia, da primo della classe nel chiedere l’autonomia differenziata, si ritrovò sorpassato dall’Emilia Romagna, che alla propaganda ha preferito la strada maestra della trattativa con lo Stato, così come è indicata dalla nostra Costituzione”. Ad intervenire sulla questione autonomia è il senatore Giorgio Santini, capogruppo Pd in Commissione Bilancio.

“Peccato davvero – spiega Santini – per una regione come il Veneto, che avrebbe potuto già mettere in cascina i primi risultati, se solo avesse deciso di sedersi al tavolo del negoziato con il governo. Una volta di più il referendum si rivela uno strumento utile solo alla propaganda di agitatori non interessati ai risultati ma al collocamento di quei territori all’opposizione del governo nazionale”.

“Peccato proprio perché il governo è pronto già dai prossimi giorni, – sottolinea il senatore dem – come ha ricordato anche il sottosegretario Bressa, a incontrare il Presidente Bonaccini e a condividere l’iter necessario, anche in virtù del lavoro svolto lo scorso anno dal governo con tutte le amministrazioni centrali in cui sono state definite le modalità con cui sviluppare i rapporti, con la regione Veneto allora richiedente, e con le altre regioni eventualmente interessate. Con amarezza non resta che registrare come Presidente della Regione Veneto Zaia dopo aver formulato una propria proposta in data 17 marzo 2016 ed avendo il governo risposto in data 16 maggio 2016 dichiarandosi disponibile ad avviare la procedura negoziale, disponibilità oltretutto ribadita con un sollecito del ministro Costa in data 17 febbraio 2017, non ha mai ritenuto di raccogliere la disponibilità, anzi è arrivato addirittura a sostenere che il referendum è stato obbligato ad indirlo a seguito di un inesistente diniego del governo. E il Veneto, se andrà bene, – conclude Santini – sarà forse buon secondo, o addirittura terzo all’appuntamento.


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