‘Data la gravità del reato e l’attenzione che gli organi inquirenti, il Governo e il Parlamento pongono sul fenomeno del traffico transfrontaliero dei rifiuti, è necessario consentire alla Capitanerie di porto il pieno accesso alla banca dati delle notizie di reato del Viminale.’ Lo dichiara il senatore del Partito democratico Francesco Scalia, che sulla materia ha depositato oggi un’interrogazione, sottoscritta da altri 25 colleghi, ai Ministri dell’Interno e delle Infrastrutture e dei Trasporti. ‘ Il fenomeno si configura come un vero e proprio dumping ambientale operato da soggetti stranieri, spesso con la complicità di organizzazioni criminali nazionali, che elude le norme italiane sui rifiuti, organizzandone il trasferimento in altri Paesi, a legislazione più permissiva, dove viene estratta utilità residua dal rifiuto con tecniche altamente inquinanti. Ma tale fenomeno, oltre le implicazioni ambientali, sottraendo grandi quantità di materia destinabile al riciclo e al riuso, rappresenta anche un ingente danno economico per il nostro Paese. Considerato che i porti italiani sono particolarmente esposti, ho chiesto le ragioni del ritardo fin qui accumulato e soprattutto ho sollecitato l’immediata adozione del decreto previsto dalla legge 125 del 2008, destinato a consentire alle Capitanerie di porto l’accesso allo SDI del Ministero dell’Interno, per mettere in rete con le altre forze di polizia giudiziaria le proprie notizie di reato accertate e di leggere quelle già inserite nella banca dati da gli altri organi di polizia giudiziaria. Ciò, con tutta evidenza, consentirebbe una più efficace azione di prevenzione e di contrasto, che risulterebbe ulteriormente amplificata, come ho detto e chiesto nell’interrogazione, da un’analoga possibilità concessa anche alla Agenzia delle dogane, già proficuamente attiva e coordinatrice di un’intensa azione di intelligence per il contrasto di tale fenomeno.’

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