“La nuova stagione che si apre per la vita del Partito Democratico ci lascia di fronte, intatta, la montagna di questioni aperte e irrisolte. Fra queste, un assetto istituzionale ed elettorale sul quale la sconfitta della riforma costituzionale ribalta l’ulteriore complicazione generata da pezzi di riforma parziali, rimasti dopo il 4 dicembre del tutto privi di una struttura sulla quale poggiare con qualche coerenza. Il caso più evidente, e urgente da risolvere,  è quello della legge elettorale: siamo passati dall’obbrobrio del porcellum al caos, potenzialmente esplosivo, di due leggi elettorali diverse tra Camera e Senato. Non meno serio è il problema che riguarda le articolazioni locali della Repubblica. Le province dovevano essere abolite: restano in piedi, organi costituzionali ridotti a forma posticcia e private tanto delle risorse necessarie per svolgere le funzioni rilevanti di cui sono rimaste titolari, quanto di un assetto amministrativo decente. Si potrebbe proseguire. Ma vale la pena fermarsi ancora su un punto. Il referendum ha confermato il “bicameralismo paritario”.  Ciò rende particolarmente complicato tenere insieme i due pilastri della rappresentanza e della stabilità di governo, entrambi necessari per il funzionamento della democrazia. All’indomani delle primarie, appare particolarmente importante che il Pd definisca rapidamente il profilo di una nuova proposta riformista per il Paese. Non va dimenticato che questa legislatura ha trovato la sua ragion d’essere nella  realizzazione delle riforme di sistema. Il Parlamento ha fatto ciò che doveva, e sono in gran parte  ad esso esogene le ragioni per le quali il disegno è rimasto incompiuto. Una di queste riguarda il Pd, che non è riuscito a convincere la maggioranza dei cittadini italiani circa la bontà delle proprie proposte. È auspicabile che da domenica cominci anche su questo terreno un cammino diverso”.
Lo scrivono in una nota i senatori del Partito democratico Daniele Borioli, Rosaria Capacchione, Valeria Cardinali, Camilla Fabbri, Salvatore Tomaselli e Stefano Vaccari.


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