In vista del Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre, il gruppo del PD al Senato ha presentato una risoluzione in cui chiede al GOVERNO un impegno per “sostenere il ruolo dell’Italia, nel quadro di una stretta e fattiva collaborazione con le istituzioni europee e gli alleati Nato, nell’avvio di un percorso diplomatico per la costruzione di una conferenza di pace, attraverso iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi in occasione dell’ultimo vertice del G20”, oltre “a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, anche al fine di assicurare il diritto all’autodifesa individuale e collettiva sancito dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni unite, confermando tutti gli impegni assunti dall’Italia nel quadro dell’azione multilaterale, a partire dall’Unione europea e dall’Alleanza Atlantica, rispetto alla grave, inammissibile ed ingiustificata aggressione russa dell’Ucraina”. Si chiede anche di “ribadire la responsabilità della Russia per il conflitto e la ferma condanna dell’intensificazione degli attacchi sui civili e sulle strutture elettriche del paese e a incoraggiare ogni iniziativa finalizzata a perseguire i crimini di guerra, tra le quali l’istituzione di un tribunale ad hoc e il supporto all’azione della Corte penale internazionale dell’Aja”. Sull’Ucraina, altro impegno sollecitato è quello per “sostenere il percorso di adesione all’Unione europea”. Nel documento si fa riferimento anche alla crisi energetica per favorire “interventi strutturali a livello europeo per il contenimento della domanda, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia” e per “incentivare la rapida adozione di misure per l’acquisto congiunto di gas e la sicurezza dell’approvvigionamento, per il contenimento del prezzo del gas”. Altro fronte è quello dell’Iran per cui si chiede di “favorire, in sede europea e nelle sedi internazionali, l’adozione di ogni azione tesa a garantire la fine della violenta repressione esercitata dal regime iraniano nei confronti dei manifestanti pacifici, delle torture in carcere e delle esecuzioni capitali, e il rilascio di tutti coloro che sono stati arrestati nel corso delle proteste” oltre “ad ampliare, aggiornare ed estendere le sanzioni europee in materia di diritti umani così gravemente violati in Iran”. Infine, un passaggio sulle politiche migratorie per “intraprendere ogni azione finalizzata al superamento dello stallo politico e negoziale esistente nel processo di revisione del Patto su migrazione e asilo, al fine di elaborare una politica migratoria comune dell’Unione europea , che sia parte integrante della sua azione esterna, attraverso meccanismi che rendano concreta la partecipazione alla gestione dei flussi migratori da parte di tutti i Paesi dell’unione, dando effettiva attuazione ai principi di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario”