“Riprendere chi commette il crimine di seguire la propria squadra allo stadio è illegale poiché in Italia vige una moratoria che vieta l’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici e lo stadio decisamente lo è, dunque questo sistema di sorveglianza è fuorilegge, una violazione dei diritti dei cittadini, sulla base di chissà quali protocolli e a quale fine. Questa illegale pesca a strascico di dati assomiglia alla vostra idea d’Italia, un Paese meno libero e più opaco, più livido e feroce, quindi meno sicuro, perché la libertà è il primo formidabile strumento di sicurezza, come ci hanno insegnato Spinelli, Rossi e Colorni da Ventotene. Fate valere la legge e diteci su quale base invece la violate ai tornelli degli stadi, tra l’altro con la stessa tecnologia che usa Orban in Ungheria per schedare chi va al Gay Pride. Perché se porto mia figlia allo stadio deve venire schedata?” Lo ha detto il senatore dem Filippo Sensi illustrando l’interrogazione Pd sul rilevamento dei dati biometrici dei volti negli stadi di calcio durante il question time nell’aula del Senato, rivolgendosi al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Dopo la risposta del titolare del Viminale, così ha replicato il senatore del Pd Antonio Nicita: “Siamo preoccupati dal fatto che il Governo ritenga che solo tramite la criminalizzazione si possa fare deterrenza. Ma esiste anche un altro aspetto controverso e riguarda non solo la tutela della privacy dei cittadini ma anche la gestione dei dati. Il Garante ancora non si è espresso in merito alla sorveglianza biometrica. Credo che sia necessario garantire la libertà di circolazione senza il rischio schedatura. E nella proposta del Governo manca una indispensabile analisi di impatto e la garanzia di sicurezza sulla conservazione dati, soprattutto dati non strutturati utilizzabili per altri fini commerciali. Sicurezza è rispetto della libertà e della dignità delle persone e in questo provvedimento manca chiarezza rispetto alla regolamentazione europea e al Garante”.


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