“E’ sempre difficile commentare una sentenza e non si dovrebbe per principio, ma quella della Corte di Appello di Torino che ha assolto un giovane condannato per stupro in primo grado è davvero grave. La ragazza sarebbe stata in preda all’alcol, si sarebbe fatta accompagnare in bagno dall’amico-violentatore, avrebbe lasciato la porta socchiusa e infine la cerniera dei pantaloni, strappata, sarebbe stata di scarsa qualità. Tutto questo avrebbe indotto il ragazzo ad ‘osare’. Credo che queste affermazioni si commentino da sole e non possiamo che registrare con fiducia la decisione della Procura di ricorrere in Cassazione. Sembrano ancora una volta apparire evidenti sessismo e pregiudizi nella lettura della vicenda da parte della Corte d’Appello, stando almeno a quanto riportato dalla stampa. E’ proprio alla luce di tutto questo che invochiamo l’approvazione del ddl al Senato che stabilisce che in assenso di consenso, c’è violenza sessuale”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio e violenza di genere, che sottolinea: “il problema è sempre lo stesso: è la vittima che deve provare di essere stata violentata. Il nostro ddl capovolge la questione e pone l’attenzione sull’autore del reato. Perché nel processo è sempre la parola di un uomo a contare di più, contro quella di una donna, che pur avendo denunciato, non viene creduta. E allora è bene che sia lui a provare il consenso di lei”.

“Come Commissione – prosegue Valente – approfondiremo il caso di Torino facendoci mandare gli atti, ma da ciò che riporta la stampa, la ragazza aveva già più volte manifestato chiaramente il suo diniego e da questo almeno si dovrebbe partire. Lei ha detto più volte no, lo ha denunciato, le sono stati strappati i vestiti di dosso: cos’altro deve accadere perché si certifichi una violenza, come peraltro è accaduto in primo grado? E’ chiaro che serve più formazione e specializzazione anche nelle Corti di Appello, dove troppo spesso vengono capovolte o peggiorate sentenze di primo grado con motivazioni discutibili soprattutto in quanto a sessismo e pregiudizi nei confronti delle donne”.


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