“Si continua a dare addosso ad un territorio, il Salento, già a rischio desertificazione a causa della cancellazione di molti servizi avvenuta negli ultimi decenni: ora si aggiunge anche la chiusura dell’agenzia provinciale dell’INPS del Sud Salento, di cui ha dato notizia oggi il Quotidiano di Puglia. L’obiettivo sembra essere quello di incoraggiare lo spopolamento dell’area”. Lo dicono il senatore Dario Stefàno, presidente della Commissione Politiche europee, e il consigliere del Pd nella Regione Puglia Donato Metallo.
Sull’argomento il senatore Stefàno ha presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro per chiedere l’intervento del governo e impedire un’ulteriore riduzione dei servizi che sarebbe “in contrasto con le numerose politiche attuate o programmate a livello governativo, inclusi gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che mirano a una dimensione dei servizi quanto più possibile vicina ai cittadini”.
“Il riassetto organizzativo delle strutture territoriali dell’INPS – spiega Stefàno – avvenuto peraltro senza il coinvolgimento delle strutture provinciali, sarà l’ennesimo colpo ad un territorio già messo a dura prova e impoverito da tutta una serie di servizi che nel tempo sono stati cancellati: intervenga l’Esecutivo”.
“Già nello scorso aprile – sottolinea il consigliere Metallo – avevo portato la questione nella Commissione Lavoro della Regione, chiedendo conto ai responsabili regionali e provinciali delle tante istanze sollevate da parte delle imprese, dai singoli cittadini, dei sindaci. La prossimità dei servizi sui territori va garantita sempre, e oggi più che mai viste le tante difficoltà e la crisi che le imprese e i cittadini vivono”.
“La sede di Casarano dell’Inps – spiegano i due esponenti dem – nonostante sia strategica per l’erogazione di servizi nel Salento meridionale per circa 300 mila abitanti viene depotenziata e riconosciuta solo come agenzia complessa e non come filiale. Ma non solo, le visite mediche previdenziali sono state spostate dalla sede di Casarano alla sede di Lecce, portando numerosi utenti, in tanti casi inabili, a dover percorrere da 50 a 70 chilometri, e oltre 70 dipendenti e medici sono andati in pensione senza essere sostituiti”.


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