“Una rivoluzione fiscale! Così festeggiarono Governo e maggioranza. Col passare dei mesi, decreto attuativo dopo decreto attuativo, l’afflato rivoluzionario è precocemente appassito – e verrebbe da dire per fortuna! – ma quello che permane è il segno, la direzione di marcia, il modello di patto sociale che quelle misure prefigurano. Ed è un segno, un modello, sbagliato perchè profondamente iniquo e particolaristico.
La bandiera della Flat tax non ha trovato vento e si è rattrappita convertendosi nella rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni, che passano da quattro a tre, nell’incremento della detrazione per lavoro dipendente e nell’abbattimento, per i redditi superiori a 50.000 euro, di 260 euro su una serie di detrazioni.
Diciamo la verità, quello sull’Irpef , è un intervento finalizzato esclusivamente a tenere alta questa bandiera, che se resa effettiva non potrebbe che tradursi in tagli brutali alle spese di welfare a partire dalla salute, come dimostra l’esperienza dei paesi, non certo modelli di equità sociale, dove la flat tax esiste davvero.
La rivoluzione da fare sarebbe quella contro l’erosione fiscale che deriva da una fuga continua e di lungo periodo dall’Irpef e dalla progressività fiscale.
Questa legge di bilancio ha drammaticamente smarrito la via dell’equità prima, e quella della crescita dopo. E noi abbiamo smarrito anche il ministro dell’Economia, incredibilmente assente in tutti i passaggi cruciali di questo provvedimento”. Così la senatrice del Pd Cristina Tajani.


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