“Nessuno stupore, sono confermate le previsioni della vigilia». Giorgio Tonini, presidente della commissione bilancio del senato e vicepresidente del Pd di Palazzo Madama, tira le somme delle amministrative di domenica. E in vista del referendum di ottobre dice: “Se prevale il voto di protesta, può succedere di tutto”.
Domanda. Partiamo da Milano, il centrodestra ha fatto un gran risultato.
Risposta
. A Milano Silvio Berlusconi c`è, il centrodestra c`è. Quando noi abbiamo candidato Beppe Sala pensavamo di avere davanti un campo avversario frastagliato e invece con Stefano Parisi hanno tirato fuori una candidatura forte… Insieme i due fanno l`80%, un bipolarismo virtuoso. Il punto debole di Parisi è l`eterogeneità del suo schieramento. A suo favore c`è però il fattore Milano, ricordo che il centrosinistra qui ha vinto solo con Giuliano Pisapia. Insomma, una bella sfida per Sala che però ha le carte per giocarsela
benissimo. Può vantare un programma e una coalizione molto più armonici.
D. A Napoli, tra 15 giorni si rivota tra Luigi De Magistris e Gianni Lettieri. Come cinque anni fa. Matteo Renzi ha annunciato il commissariamento del Pd locale. Quando ormai i buoi sono scappati…
R. C`è stato l`evidente fallimento nel costruire una proposta politica intorno alla candidata, scelta con
primarie tra l`altro non facili. La federazione di Napoli ricordo che era stata già commissariata da Walter
Veltroni con Rosa Russo Jervolino sindaco. È una piaga antica, nella quale si è incistato de Magistris e
per la quale questo governo non ha responsabilità.
D. Veniamo a Roma, Roberto Giachetti ha avuto il fiato sul collo della Meloni.
R. Il Pd esce dalla tragedia politica di Mafia capitale da un lato, che ha minato la
nostra credibilità morale, e dall`altro dalla prova deludente della giunta Marino che non è riuscita a dare
governabilità alla città. Andare al ballottaggio per Giachetti è stata un`impressa. Che in questo disastro Movimento 5 stelle riuscisse ad affermarsi era scontato. Era da vedere solo a che livello.
D. Virginia Raggi si è affermata bene, 35,2%. Ha staccato Giachetti di oltre dieci punti.
R.
Ha raggiunto un livello importante, ma non travolgente. Ora i romani hanno 15 giorni di tempo per decidere il da farsi.
D. Difficile che chi ha votato Meloni o Marchini converga sul Pd.
R. Il tratto caratteristico di questa stagione è la mobilità del voto, non c`è più il contratto a tempo indeterminato con gli elettori, può succedere di tutto.
D. Non avete in generale sbagliato un po` di alleanze? C`è chi vi accusa di aver peccato di presunzione, di non essere stati inclusivi.
R. Allargarsi a sinistra del Pd? Sel ha accettato l`alleanza solo a Cagliari, dove noi abbiamo sostenuto il loro candidato, Massimo Zedda, che è stato rieletto al primo colpo. E dove Sel ha il successo più alto, arrivando al 7%. In tutte le altre città sono stati loro a rompere con il Pd, con risultati deludenti. Vale per tutti il caso di Torino dove hanno candidato Giorgio Airaudo in contrapposizione a Piero Fassino per protesta contro il jobs act, come se la legge fosse uscita
dal consiglio comunale…
D. Il Movimento 5 stelle ha detto che è finita la favoletta del voto di protesta, che sono pronti
per andare al governo. E guidare Roma sarebbe un gran colpo. Preoccupato per il referendum di ottobre?

R. Se M5s è pronto a governare, ammettano che la legge elettorale è su misura del Pd, ma anche del centrodestra e di Movimento 5stelle. Tutti i tre poli possono vincere, possono andare al
governo del paese se competitivi. Ammettano che il combinato disposto di ltalicum e riforma costituzionale
garantisce governabilità e non disordine. Dovrebbero concentrarsi sul confronto politico in vista del 2018,
abbandonando la politica del voto contro Renzi.
D. E stato lo stesso premier a personalizzare il voto di ottobre.
R. Renzi ha detto una cosa diversa, che il referendum sulla riforma madre del programma di governo
non può non avere conseguenze sul governo. E un atto di responsabilità.
D. Viste queste amministrative, che si aspetta?
R. Se prevale il voto di protesta, può succedere di tutto. Se si ragiona sui contenuti,
non sarà la riforma perfetta ma è di gran lunga la migliore possibile.


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