Sul merito della polemica innescata dal cardinale Bagnasco, con la richiesta che il Parlamento si esprima con voto segreto sulle Unioni civili, Mario Tronti non esita schierarsi con il governo e con Matteo Renzi, che quella richiesta hanno respinto come impropria. E fin qui, da un senatore del Pd, oltre che storico esponente della sinistra (al suo Operai e capitale si fa risalire la nascita dell`operaismo), non stupisce. Qualche stupore,
almeno in chi non abbia seguito l`evoluzione della riflessione di questo originale filosofo marxista, ha suscitato
invece la notizia secondo cui, sull`adozione del figliastro («stepchild»), Tronti sarebbe tra i «dubbiosi», con altri esponenti del Pd di formazione comunista. Fermo restando, precisa, che nel voto si atterrà «a quel senso di responsabilità politica dal quale non mi sono mai allontanato».
Senatore, cominciamo dalle ultime notizie: l`intervento diBagnasco e la replica di Renzi. Che ne pensa?
«La risposta di Renzi è corretta. L`intervento di Bagnasco era un po` fuori misura. Il che mi ha stupito, dato che
ha sempre mantenuto toni moderati. Anche in questo vedo una conseguenza del modo sbagliato in cui è stata impostata tutta la faccenda».
Perché sbagliato?
«Perché con un minimo di buon senso si poteva comporre un testo su cui all`inizio c`era un accordo generale: le unioni civili come formazione sociale non omologata alla famiglia, eccetera. Su questo c`era la quasi unanimità del Parlamento, che avrebbe dato il segnale di una politica in grado di decidere con calma e consapevolezza, e così avrebbe anche orientato l`opinione pubblica, che oggi non mi pare del tutto in sintonia. Si è voluto invece inserire questo elemento divisivo delle adozioni, provocando la reazione del fronte contrario. L`intervento di Bagnasco mi pare l`ultima delle tante cattive conseguenze di questa cattiva impostazione».
Non le pare che l`argomento possa essere rovesciato e che proprio la sua ricostruzione dimostri che se non ci fosse stata la stepchild gli attacchi si sarebbero concentrati su altro, visto che pervent`anni quello stesso fronte ha bocciato tutti i precedenti tentativi, in cui le adozioni non c`erano?
«Ma comunque la questione è stata impostata male: si sapeva che c`era questo ostacolo molto consistente,
anche nella maggioranza di governo, cosa non secondaria. Così come un errore è stato usare questa espressione: stepchild. Le persone semplici ti dicono: ma che roba è? Probabilmente per una preoccupazione dettata dal politicamente corretto, per non usare “figliastro”…».
Questioni lessicali a parte, qual era l`alternativa?
«Si poteva dire: c`è una legge sulle adozioni, rivediamo quella, riformiamo quella, dopo approfondita e seria
discussione. L`errore è avere introdotto il tema delle adozioni nella legge sulle unioni civili con un`ambiguità che
secondo alcuni fa pensare si scivoli nella maternità surrogata. E io, nel dubbio, avrei preferito un supplemento
di riflessione, per arrivare a una soluzione condivisa».
Non vede il rischio di un paradossale rovesciamento dei fronti tradizionali, dove è il fronte contrario all`adozione del figliastro, in nome di unragionamento tutto astratto, a seguire una ragione fredda e disumanizzata, che mette in ombra le concrete esigenze di tanti bambini e tante famiglie, omosessuali o etero che siano?
«È un argomento forte, che capisco. Ma la lettura di questo tema, e di come è affrontato nella legge, non è univoca. La tutela del bambino è preoccupazione di tutti, si tratta di vedere come si realizza meglio. La mia impressione, lo ripeto, è che mentre il problema delle unioni civili poteva essere risolto in pochissimo tempo, avendo introdotto questa forzatura delle adozioni, si è provocato addirittura un rifiuto del tema stesso delle unioni civili, come si è visto nella manifestazione del Circo Massimo».
Pensa che quella manifestazione sia rappresentativa del mondo cattolico? Non fa così un regalo insperato alla sua frazione più radicale? Al Circo Massimo non c`erano né l`Agesci né l`Azione cattolica, non c`era nemmeno Cl…
«Intanto una resistenza sul tema delle adozioni non c`è solo nel mondo cattolico, ma in una parte del popolo italiano, anche non cattolico. Poi forse è vero che i cattolici del Circo Massimo sono piu indietro rispetto a un sentire cattolico più avveduto, però rendiamoci conto che dietro di noi ci sono gli anni 80 e 90, terribili decenni di involuzione e resataurazione. Non è vero che la coscienza collettiva abbia raggiunto queste vette di ammodernamento. Magari sarà avvenuto tra i cosiddetti ceti medi riflessivi, a cui guarda sempre una
certa sinistra, ma c`è una parte di popolo che in questi anni ha subito una regressione. Lo si vede nelle urne e
lo si vede anche in quel vasto mondo complesso che è il mondo cattolico».
…Dove oggi c`è il papa che ha detto, a proposito di omosessuali: «Chi sono io per giudicare?». La accuseranno di essere più papista del papa, un fautore della restaurazione ratzingeriana…
«Diciamo che mi preoccupo quando si mette dinamite sotto l`istituzione che regge il fatto religioso, perché penso
che se la dimensione religiosa viene rinviata in interiore homine non è un fatto positivo. Per questo mi interessava
Ratzinger, il papa teologo che aveva capito che il cristianesimo stava perdendo il suo terreno privilegiato, cioè
l`Europa. Non credo che abbiamo riflettuto abbastanza su quel grande passaggio che sono state le sue dimissioni… ma questa, che è una di quelle grandi questioni su cui è attualmente impegnata la mia riflessione, non è cosa che possiamo risolvere in un`intervista».


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