l tempo della discussione non può essere più rimandato. “Credo sia arrivato il momento. Perché ora c’è una legge alla Camera voluta dalla maggioranza che impone una riflessione. Colgo anche la strumentalità della loro battaglia, e proprio per questo noi dobbiamo arrivare a una posizione condivisa, da opporre alla destra”. La senatrice del Pd Valeria Valente, sul tema della gestazione per altri ha le idee molto chiare, e dunque chiede alla segretaria Elly Schlein di passare dalle parole ai fatti. Si riferisce, parlando con il Foglio, alla proposta della meloniana Carolina Varchi, passata in Commissione giustizia alla Camera e in arrivo in Aula nel giro di un paio di settimane. Il ddl mira a rendere la gestazione per altri “reato universale”, perseguibile in Italia al di là di dove sia avvenuta la pratica.

“Una bandierina ideologica”, la definisce Valente, femminista, che sui diritti delle donne si è spesa molto nella sua vita, anche come presidente della Commissione sui femminicidi nella scorsa legislatura. E da questo punto di vista, definisce la maternità surrogata “una pratica brutale e disumana che nella stragrande maggioranza dei casi finisce per mercificare il corpo della donna, fino a rendere il bambino sostanzialmente un prodotto di mercato”. Un’opinione che nel Pd non è affatto isolata.

Mentre Elly Schlein ha detto invece di essere personalmente favorevole, pur rimandando a un confronto interno di cui ancora non c’è traccia. In questo quadro le distanze tra Valente e la segretaria sembrano essere abissali. E’ così? “Forse il punto di partenza è diverso, ma nella ricaduta pratica e politica non siamo poi così distanti. Nessuno del Pd vuole depenalizzare la maternità surrogata. Riconosco nel percorso di Schlein onestà intellettuale e coerenza, è una donna seria e rigorosa. Sono certa che questo confronto avverrà”, risponde la parlamentare. Che con garbo, e consapevolezza, però sollecita: “Mi sento però di dire che quel momento è arrivato. Nonostante capisca che ci siano anche altri temi, penso all’alluvione in Emilia-Romagna o all’attuazione del Pnrr. E capisco anche sia una discussione impegnativa e delicata in un partito, come il Pd, con tante anime, soprattutto rispetto alla questione Gpa che chiama in causa tante sensibilità, a partire cattolica e quella femminista”. Ma è proprio questo, probabilmente, a rendere più urgente la necessità di una sintesi, “di una posizione netta, contro l’uso strumentale che si fa di questo tema, in modo da poter incalzare e stanare il governo e la maggioranza”.

Il rischio, per Valente, è che la destra agiti la legge sulla gestazione per altri al solo scopo di restringere ulteriormente le libertà delle coppie omogenitoriali o dei genitori single, rilanciando il modello della famiglia tradizionale. “Per me vanno bene tutte le iniziative che mettano al bando questa pratica. Ma così è solo propaganda. In Italia esiste già una legge che vieta la Gpa. Il tema vero semmai è che ci sia un’assunzione di responsabilità degli organismi internazionali, che sollecitino gli stati dove è legale”. È uno dei temi sollevati dall’appello promosso dalla rete No gpa e sottoscritto da oltre 500 personalità, progressisti tra cui Goffredo Bettini, Giorgio Gori o Alessio D’Amato. Figure di un certo peso tra i democratici. “Un documento che condivido e sostengo. Non l’ho firmato soltanto perché si rivolge proprio a noi parlamentari”, spiega Valente.

Tuttavia, aggiungiamo noi, per costruire la risposta alla destra gli appelli probabilmente non bastano, occorre entrare nel merito delle proposte. Quali sono quelle del Pd, che in commissione Giustizia ha votato contro il ddl della maggioranza? “Oggi l’unico modo per una coppia omosessuale di avere un figlio è andare all’estero e ricorrere alla maternità surrogata. Agevolare le adozioni è la risposta. Non solo è la strada suggerita da Corte costituzionale e Cassazione, ma anche l’unica via per dimostrare come la destra stia utilizzando il ‘reato universale’ come clava ideologica. Le adozioni sarebbero uno strumento effettivamente praticabile e darebbero, punto non secondario, maggiori tutele e garanzie a tutti i bambini, oltre che la possibilità anche anche a single e coppie di omosessuali di costruire una famiglia sulla base degli affetti”. Non resta allora che mettere d’accordo tutto il Pd e “sfidare il governo”. E il primo passo, in questo senso, spetta alla segretaria.


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