“Al governo diciamo che nella lotta alla violenza contro le donne gli avversari non siamo noi dell’opposizione. Se questa è anche la loro battaglia, noi siamo dalla stessa. Dobbiamo intenderci, però, su quale sia il nostro comune avversario. Per noi è l’organizzazione patriarcale della società, fondata su una profonda e ingiusta disparità di poteri tra uomini e donne. È questa disparità che fa da incubatore a relazioni squilibrate e malate, che generano sopraffazione e violenza”. Lo ha detto in Aula la senatrice Valeria Valente, vicepresidente del gruppo del Pd, nel corso del dibattito sulle mozioni contro la violenza di genere.
“Serve uno sforzo unitario – ha proseguito Valente – ma siamo preoccupati perché non vediamo portare avanti l’azione per attuare il piano nazionale approvato nel 2017, vediamo fermi i protocolli sulla formazione delle forze dell’ordine, la manovra taglia le risorse del piano nazionale antiviolenza, del fondo pari opportunità e le disponibilità del fondo nazionale antitratta. Ma a preoccuparci di più è il tratto culturale di questo governo e il silenzio complice di chi mai dovrebbe permettere che sul profilo Fb di un vicepremier, nonché ministro dell’interno, vengano gettate in pasto ai leoni del web tre ragazze minorenni che lo avevano contestato. La tendenza repressiva e punitiva e la cultura giustizialista e forcaiola stanno ispirando tanti provvedimenti, eppure un Paese più sicuro per donne e uomini sarà un Paese dove libertà, diritti, autonomia, capacità di autoderterminazione saranno tutelate come proprie scelte di vita da parte di uno Stato non oppressore ma regolatore e garante di questi spazi di libertà”.


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