“La maggioranza sta scrivendo in Senato è una pagina triste, infelice, amara della politica: con il ddl sull’autonomia differenziata decentra e con quello sul premierato accentra, nella rappresentazione plastica di come per queste forze politiche gli interessi di parte, i vessilli e gli scalpi per la campagna elettorale siano da anteporre agli interessi generali del Paese. Perché non è vero che questo ddl è un risultato disastroso giocato solo sulla pelle del Sud e del Mezzogiorno, è invece giocato sulla pelle dell’intero Paese, è contro l’interesse dell’Italia intera”. Lo ha detto in Aula la senatrice del Pd Valeria Valente, componente della Commissione Affari costituzionali e del Consiglio di Presidenza del Senato.

“Due sono le ragioni di questa nostra convinzione – ha proseguito Valente – Come è possibile pensare, anche dopo il Covid, che la tutela della salute possa essere affidata a un sistema regionalizzato di sanità pubblica, che le norme generali dell’istruzione siano declinate a livello regionale, così come il sistema dei porti, delle infrastrutture e dell’approvvigionamento energetico? Tutti gli auditi in Commissione, da Confindustria, a Bankitalia, all’Anci, all’Upi, ai sindacati hanno detto: fermatevi, questo ddl mina la forza del Paese, mina la sua competitività. E mentre l’Italia dovrebbe guardare agli Stati uniti d’Europa e diventare più grande, la destra invece la rende più piccola. E poi c’è la scommessa mancata, la promessa disattesa: non si è mai detto che i Lep andassero solo definiti, ma anche finanziati prima di devolvere materie alle Regioni, ma questo non verrà mai fatto, il ddl è a invarianza economica. Pensiamo per esempio al tempo pieno, come potrà mai essere garantito ovunque senza maggiori risorse? Vengono quindi cristallizzate e aumentate le disuguaglianze e sono a rischio i servizi per i cittadini ovunque, da Nord a Sud”.


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