“Da notizie di stampa apprendiamo che il processo per l’estradizione del padre di Saman Abbas, uccisa dalla famiglia e poi sepolta in un casolare diroccato a Novellara in provincia di Reggio Emilia perché non intendeva accettare un matrimonio combinato, iniziato in Pakistan, dove l’uomo è detenuto dopo l’arresto, è andato incontro già a 9 rinvii per vari motivi, con un nulla di fatto. Gli altri parenti accusati del femminicidio, cioé uno zio e due cugini, sono già stati estradati dalla Francia, mentre la madre è tutt’ora latitante. Chiediamo al governo italiano e in particolare al ministro Tajani, come è successo in altre occasioni, di intervenire facendo tutto quanto in suo potere perché l’uomo venga regolarmente processato nel nostro Paese, dove viveva con la sua famiglia da decenni e dove è accusato di aver commesso l’atroce femminicidio della giovane figlia. Il caso Saman ci riguarda”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, già presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul Femminicidio e la violenza di genere che sottolinea: “sulla vicenda sto presentando un’interrogazione parlamentare”. “Il caso Saman – spiega Valente – ci riguarda perché è un femminicidio in piena regola, commesso in nome di una cultura patriarcale che in Italia non deve più trovare posto. Ci riguarda perché le ragazze come Saman vivono a migliaia nel nostro Paese e dunque non deve più accadere ciò che è accaduto. Ci riguarda perché deve essere fatta giustizia. Dunque il nostro governo deve prendere posizione dalla parte delle donne”.


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