“Il ministro Bonafede sarà ricordato come il Ministro che in una notte ha stravolto la prescrizione all’insaputa di magistrati e avvocati. Come il ministro che ha imbracciato il tema serissimo della lotta alla corruzione per usarlo come una medaglia politica da mettersi al petto. Come il Ministro che di fronte a un Vicepremier che rivelava indagini ancora in corso per poi attaccare singoli magistrati che facevano il loro dovere, ha preferito tacere anziché difendere l’indipendenza della magistratura. il Ministro che ha usato l’arresto di un crudele terrorista per mettere in piedi un’esibizione incredibile e indegna all’aeroporto di Roma insieme al suo collega e competitor il Ministro Salvini.
Atti e scelte simboliche fatti più che altro per rispondere alla volontà delle piazze, ma pochissimi sono stati quelli congegnati per portare effetti visibili e migliorare il nostro sistema giustizia.
Lo dico perché nella legge di bilancio, ad esempio, da cui sarebbero dovuti arrivare stanziamenti epocali per il settore giustizia, abbiamo visto soprattutto tagli consistenti ai programmi per l’amministrazione penitenziaria e per la giustizia civile e penale.
Non c’è riforma della giustizia senza investimento di risorse e questa legge di bilanci estende anche al comparto giustizia il blocco delle assunzioni fino al novembre 2019.
Non prendiamoci in giro: voi state tagliando le risorse all’amministrazione della giustizia, promettendo qualcosa che non avete nessuna certezza di poter mantenere in futuro.
E ora il governo promette al Paese l’approvazione in breve tempo della legittima difesa, scegliendo, anche qui, di costruire una percezione lontana dalla realtà dei fatti.
La verità è che non ci sono tracce concrete di un servizio giustizia più vicino ai cittadini, ai loro bisogni e ai loro diritti. Vedo invece il rischio che quei bisogni siano dimenticati e quei diritti siano pericolosamente compressi sull’altare di una giustizia che pensate di amministrare con modi degni più di un tribunale del popolo che di uno stato civile”. Così la senatrice Valeria Valente, vice presidente dei senatori del Pd, nel suo intervento in aula a commento della relazione del ministro Bonafede.


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