“Ha un significato politico molto importante che oggi all’unanimità il Senato abbia deciso di istituire nuovamente la Commissione Antidiscriminazioni, voluta con forza dalla Senatrice Liliana Segre. 
Viviamo nel tempo di oggi una recrudescenza dei discorsi d’odio, una gigantesca onda, come è stata definita, che si propaga principalmente attraverso la rete”. Lo dice il senatore del Pd Francesco Verducci, che oggi è intervenuto in Aula al Senato sulla mozione per l’istituzione della Commissione Antidiscriminazioni e che è stato vicepresidente e relatore della relazione conclusiva della Commissione Segre.
“Le piattaforme digitali – prosegue Verducci – sono molto più di un mezzo di comunicazione, sono la forma sociale totalizzante in cui viviamo, ma sono un potere privato, avulso da regole e questo pone un problema molto serio nel rapporto tra multinazionali digitali e democrazie statuali, tra sviluppo tecnologico e interessi economici. Siamo di fronte a questioni che riguardano il tessuto connettivo delle nostre democrazie. Il discorso d’odio è esso stesso una forma di incitamento all’odio e alla discriminazione, che è rivolto in maniera peculiare a determinati gruppi, sulla base del colore della pelle, dell’etnia, della religione, della nazionalità, della disabilità, del sesso, dell’identità di genere, dell’orientamento sessuale. Manca, nel nostro ordinamento, una definizione giuridica di discorso d’odio. Da qui la richiesta e l’appello formulato dalla Commissione nella scorsa legislatura al Parlamento di un intervento normativo urgente, che permetta – conclude Verducci – di contrastare efficacemente il fenomeno e che affianchi il lavoro che si sta facendo in ambito europeo sulla regolamentazione della rete e delle piattaforme digitali”. 


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