‘Oggi, 27 gennaio, saranno trascorsi 80 anni dal 27 gennaio 1945, giorno della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Da quel giorno il mondo intero seppe dell’abominio della Shoah. Ottanta anni nei quali mai abbastanza abbiamo reso onore a 6 milioni di ebrei e a milioni di altre vittime, rom e nomadi, omosessuali, persone con disabilità, oppositori politici, che furono sterminate nei lager pianificati dal nazismo, da una ideologia disumana di annientamento e di odio razzista. I fascismi ovunque, e in Italia con la promulgazione delle infami leggi razziali, furono complici attivi dello sterminio nazista. Dopo di allora, in Europa sono state costruite democrazia e pace, anche sulla base della consapevolezza che ciò che di disumano era stato non dovesse accadere mai più. Ma la commemorazione di oggi è piena di inquietudine. Perchè rischiamo che il legame fondato sulla memoria venga spezzato. I rigurgiti di antisemitismo sono un veleno che corrode quanto abbiamo costruito. Tutto ciò che mina i diritti umani universali e i nostri valori costituzionali è un pericolo da contrastare. Una società democratica non può sopportare razzismo, discriminazioni, intolleranza, di qualunque natura esse siano e contro chiunque vengano perpetrate. Viviamo un tempo dominato dai social network, spesso da campagne manipolatorie di istigazione all’odio e di disinformazione.
Cominciò così, con un falso storico, anche la feroce campagna antisemita che culminò poi nello sterminio di milioni di persone. Penso che ognuno di noi abbia il dovere di parlare con i nostri figli di ciò che è stato. Di cementare nella memoria il legame tra le generazioni. E di costruire democrazia.’ Così il Senatore Francesco Verducci, portavoce dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa contro razzismo e intolleranza.