“In Italia – afferma Verini – ci sono troppe armi in giro, e spesso
questo provoca tragedie, risse che vanno a finire in ferimenti, omicidi: per questo la
proposta Serracchiani contro la diffusione dei coltelli soprattutto tra i giovani, e la
nostra in Senato contro l’eccessiva diffusione di armi da fuoco, vanno nella direzione
di prevenire e contrastare questo grave fenomeno: una società non è più sicura se ci
sono più armi in giro, à l’esatto contrario”. “Ci sono 5 milioni di armi in giro tra
licenze e nulla osta, una famiglia su 5 possiede un’arma: non agiamo sull’onda
dell’emotività ma bisogna indagare il perché di questa diffusione – afferma il senatore
Sensi – Le nostre non sono proposte allarmiste e repressive, perché prevenzione e
contrasto vanno insieme. Dai rave, a Caivano al Dl Sicurezza dal governo c’è una
vendetta verso i giovani, noi non ci muoviamo con la faccia feroce ma dobbiamo
presidiare la sicurezza” avverte Sensi, “nonché riflettere sul disagio profondo dei
giovani. Qualcosa è accaduto. I sindaci, anche quelli di centrodestra, sono molto
preoccupati”.
L’intervento sul d.lgs. 231/2001, previsto all’articolo 2, risponde
invece all’esigenza di responsabilizzare le società che esercitano il commercio di
armi e COLTELLI, incentivando l’adozione di modelli organizzativi idonei a prevenire
la vendita a minori. La sanzione pecuniaria è stata parametrata alla gravità del
fatto e alla capacità economica degli enti. L’articolo 3 introduce infine percorsi
formativi obbligatori nelle scuole secondarie. La scelta di coinvolgere ordini
professionali, università, magistratura e forze dell’ordine mira a garantire un
approccio multidisciplinare al tema della violenza e dell’uso delle armi. La gratuità
dei corsi e il monte ore minimo (10 ore annuali) sono stati stabiliti per assicurare
l’effettività dell’intervento educativo senza gravare sulle risorse degli istituti
scolastici. Il ddl Verini, sottoscritto dal senatore dem Filippo Sensi ma anche da
altri senatori di opposizione, che non riguarda la detenzione e l’uso di armi per
finalità venatorie o sportive, prevede invece che alla richiesta per il porto d’armi
e per il suo rinnovo debba essere allegato un apposito certificato medico di idoneità
psico-fisica, rilasciato da una commissione medica; nel caso in cui vengano
riscontrati segni di disturbi psico-comportamentali, la licenza è revocata. Il testo
stabilisce, inoltre, una serie di forme di monitoraggio e di controllo sulla vendita
e sulla detenzione delle armi: rafforza l’obbligo di comunicazione delle
compravendite di armi all’ufficio di pubblica sicurezza prevedendone l’esecuzione
contestuale e non mensile, com’è invece attualmente disposto. Prevede, inoltre, una
tempestiva ed efficace comunicazione della vendita e della detenzione delle armi ai
familiari, ai conviventi maggiorenni, anche diversi dai familiari, all’altra parte
dell’unione civile, anche cessata, nonché a chi sia o sia stato legato da convivenza
o da stabile relazione affettiva, anche se cessata, e, proprio per garantire
l’effettiva tracciabilità delle armi presenti nel territorio e permettere un sempre
più efficiente scambio di dati tra i soggetti, le istituzioni e le amministrazioni
coinvolti, prevede che il ministro dell’Interno adotti, con proprio decreto, linee
guida in materia di formazione del personale per la gestione delle banche dati
nell’ambito del sistema informatico dedicato per la tracciabilità delle armi e delle
munizioni, istituito presso il Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero
dell’interno. (SEGUE)