Elly Schlein si candidi e vada «per davvero» in Europea. Walter Verini, senatore del Pd, invita la segretaria a lasciare Roma per Bruxelles: «Non serve stare in Parlamento per fare la leader».
Ha ragione Prodi a dire che le «finte candidature sviliscono il voto» delle Europee?
«Sì, ma si rivolge innanzitutto alla presidente del Consiglio, che lanciandosi in una campagna elettorale non farebbe un buon servizio al Paese. La posta è molto alta: il futuro dell`Europa in un mondo che sta esplodendo».
C`è «un`onda nera» da sconfiggere come dice Elly Schlein?
«Grossa e preoccupante. S`intreccia con un antisemitismo dilagante, drammaticamente pericoloso, cui qualcuno contrappone l`islamofobia. Dobbiamo contrapporre la democrazia, non l`autoritarismo dei Paesi sovranisti. La democrazia è sotto attacco».
Addirittura?
«Non si deve votare alle Europee guardando al nostro pollaio. Abbiamo bisogno di respiro europeista e di costruire nuove leadership europee, perché la partita e il futuro dell`Italia sono lì. A chi dice a Schlein non ti candidare, io rispondo diversamente».
Come?
«Non candidarsi sarebbe una scelta rispettabile, come quella di candidarsi, per trainare il voto del Pd. Ma c`è una terza via, forse la migliore».
Quale?
«Potrebbe candidarsi per andare al Parlamento europeo».
Spieghi.
«Sarebbe un segno di forza se la leader del Pd decidesse di candidarsi per stare in Europa, per combattere la battaglia lì, fare la parlamentare europea e contribuire a dare all`Europa quella nuova fase di consolidamento. Se alla fine valutasse questa ipotesi, per me sarebbe una scelta di coraggio apprezzabilissima».
Un leader non deve stare in Parlamento?
«Oggi la leadership non si esercita obbligatoriamente alla Camera o al Senato, si esercita nel Paese. Mica lascerebbe il Paese… E i gruppi parlamentari del Pd sono solidi, con personalità e dirigenti di valore».
Appunto. Le sfilerebbero il partito in un batter d`occhio, no?
«Qualunque sia la sua decisione, che rispetterò perché la prenderà pensando al Pd, chi nel partito pensa di usare le Europee per regolamenti di conti interno è un irresponsabile».
Se anche il voto andasse bene non si indebolirebbe dividendosi tra Roma e Bruxelles?
«No, continuerebbe a fare la leader rafforzata da un gesto di coraggio e coerenza. Ne abbiamo visti di tiri al bersaglio al segretario. A partire da Veltroni e dall`attacco al partito aperto che parla al Paese. Sarebbe un suicidio attaccarla cinicamente di fronte a una grande battaglia come quella delle Europee e a una scelta di coraggio».
Conte ha fatto una scelta opposta. La condivide?
«Abbiamo tutti una grande responsabilità. Costruire un`alternativa credibile alla destra. Insieme alle Europee si voterà in migliaia di comuni, dove magari Pd e M5S saranno uniti. Capisco il proporzionale, ma si perde credibilità accendendo più del fisiologico la competitività nel nostro campo».
Conte sta esagerando?
«Sui temi dell`Ucraina accentua troppo questa competitività, su posizioni per me non accettabili».
Che ne pensa della proposta di Calenda che chiede a tutti i leader di non candidarsi.
«Rischia di essere il riflesso della preoccupazione che il leader accanto magari possa prendere qualche voto in più».
Schlein dovrebbe decidere a prescindere da Meloni?
«Certo. Meloni userà queste elezioni per regolare i conti nella maggioranza e nascondere i fallimenti del governo. Questa destra secondo me sta portando l`Italia su una china molto pericolosa, con una classe dirigente screditata, soprattutto quella di FdI. Vuole nascondere queste divisioni con un voto che dovrebbe suonare come un plebiscito per lei, ma questo gioco fa male all`Italia. Elly Schlein potrebbe far risaltare la strumentalità della candidatura di Meloni».