Senatore Walter Verini, Donzelli l’ha citata tra i parlamentari che, facendo visita a Cospito in carcere, due settimane fa, ne avrebbero «incoraggiato la battaglia contro lo Stato».

«Prima di tutto, insieme ai colleghi Serracchiani, Orlando e Lai siamo andati da Cospito rispondendo a un appello, non dei Tupamaros, ma di personalità di grande spessore, del calibro di Gherardo Colombo e di don Luigi Ciotti. Un appello lanciato perché era a rischio della vita. Per ragioni umanitarie, quindi. Come parlamentari abbiamo, non il diritto, ma il dovere di far visita ai detenuti che lamentano condizioni del genere».

Siete stati li anche per via del dibattito sull`applicabilità del 41 bis a questo caso, no?

«Ci siamo andati anche con la chiara consapevolezza che la vicenda può rappresentare un detonatore. Cospito ha il diritto di fare lo sciopero della fame. Però se il suo trasferimento dal carcere di Sassari a quello di Opera, dove c’è una struttura sanitaria in grado di gestire le sue condizioni di salute, fosse avvenuto venti giorni fa e non solo lunedì, il clamore intorno a lui si sarebbe attenuato. Oggi non si direbbe che rischia di morire».

Donzelli accosta la battaglia di Cospito a quella dei mafiosi, uniti dall’intenzione di eliminare il g bis. E riferisce di una conversazione, captata proprio il giorno della vostra visita, tra l’anarchico e un esponente di un clan dei Casalesi che era detenuto nello stesso carcere.

«E inquietante che Donzelli abbia rivelato un colloquio di Cospito con altri detenuti mafiosi. Come ne è venuto a conoscenza? Chi gli ha dato l’informazione? Perché l’ha diffuso benché non fosse pubblica? Donzelli, che è anche vicepresidente del Copasir, ha dimostrato un senso dello Stato pari a zero. Il ministro
della Giustizia Nordio deve chiarire al più presto. Ma ritengo che anche Meloni dovrebbe render conto dell’enormità delle dichiarazioni fatte da chi regge il suo partito mentre lei è a Palazzo Chigi».

Donzelli, comunque, non cambia idea né si scusa. E si rimette senza timore al Giurì d’onore che voi avete chiesto valuti le sue parole.

«Le sue non sono idee, sono insulti. Sul Pd ha detto cose gravissime. Riguardo alla lotta al terrorismo e alla mafia, il Pd ha riferimenti molto chiari, lo dice la sua storia. Quali sono quelli di Donzelli? Ma soprattutto, ne ha?».


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