Si forni carte di limitata divulgazione per colpire parlamentari d`opposizione a posizione del Sottosegretario Delmastro era grave dalla fine del gennaio scorso ed è diventata insostenibile dopo il rinvio a giudizio per violazione di segreto d`ufficio. Al di là di quello che sarà l`esito del procedimento penale, il “reato” più grave da lui commesso è politico-istituzionale. Un Sottosegretario di Stato ha usato la sua posizione, le sue deleghe per fornire al suo compagno di partito e di abitazione Donzelli (anche membro del Copasir) delle carte o comunque delle informazioni di limitata divulgazione, come ebbe a dire in Parlamento il Ministro Nordio, per coprire lo stesso sottosegretario. E fornì a Donzelli quella documentazione per colpire parlamentari di opposizione. E l`altro ieri la GUP ha attestato che “Delmastro ben sapeva che Donzelli avrebbe utilizzato le notizie per un intervento alla Camera dei Deputati”. Una cosa gravissima, insomma, che rivela assenza di senso dello Stato e di decoro istituzionale. Oggi Delmastro, con sprezzo del ridicolo, rivendica di avere divulgato il materiale per combattere mafie e terrorismo all`assalto del 41 bis. La verità, invece, è che a questi signori della destra manca il coraggio. O meglio, vorrebbero far passare per coraggio quella che è solo arroganza del potere. Ero uno dei quattro parlamentari che andarono a verificare le condizioni di salute di Cospito. Lo facemmo dopo un appello di una ventina di personalità che avvertivano il rischio che un detenuto morisse nelle carceri. Vedete, noi quattro parlamentari, come altri, siamo stati decine e decine di volte nelle carceri italiane. Ci siamo occupati – Orlando anche da Guardasigilli – delle condizioni dei detenuti, delle carceri. È un dovere, una prerogativa. Se si viene a sapere che un detenuto rischia di morire è dovere cercare di capire e intervenire. Nessuna persona sotto la custodia dello Stato dovrebbe morire. E se questa persona era Cospito, c`era un motivo aggiuntivo, legato al fatto che la sua morte avrebbe potuto rappresentare un innesco esplosivo dentro le carceri e dentro il mondo degli anarco-insurrezionalisti. Per questo all`uscita dal carcere di Bancali, quel 12 gennaio, chiedemmo a Nordio di trasferire Cospito in un carcere con 41bis ma dotato di un adeguato centro clinico. Nordio oppose un silenzio poco responsabile, salvo procedere un mese dopo al trasferimento. Un mese di polemiche, di tensione politica e parlamentare, provocata dall`uso cinico e strumentale di questa missione fatto da Delmastro e Donzelli, dai giornali di questa destra. Ci chiamarono amici dei terroristi e dei mafiosi. Diedero una prova di un uso disinvolto e cinico del potere, tipico di quella destra che non riesce purtroppo ad emanciparsi da una mancanza di cultura autenticamente costituzionale. Nordio coprì quelle condotte. Lo stesso fece la Meloni, che per l`ennesima volta non volle allora e non vuole, non può, non sa oggi prendere seriamente le distanze da comportamenti e pratiche che poco hanno a che vedere con quella disciplina e onore che dovrebbe caratterizzare l`esercizio del mandato al servizio dello Stato. Per questo abbiamo chiamato Nordio a rispondere in aula sui motivi di questa copertura e sui nuovi scenari delineati dal rinvio a giudizio. E lo abbiamo chiamato anche perché, nell`occasione, venga a spiegarci come davvero intende tutelare l`indipendenza della magistratura e la separazione dei poteri. Messi sotto attacco dai dossieraggi verso magistrate come la Apostolico, da pesanti attacchi e allusioni da parte di Ministri come Crosetto, da ispezioni annunciate come clave da Nordio nei confronti di atti di uffici giudiziari, sul merito di quegli atti, e non su eventuali disfunzioni, gravi lacune, e così via. In questa vicenda ci sono infine paradossi. Come quello che ha visto per due volte la Procura chiedere l`archiviazione di Delmastro, negando l`elemento soggettivo del reato. La Procura! E sono state due Magistrate giudicanti a opporsi. La prima con l`imputazione coatta. La seconda con il rinvio a giudizio. Checché ne dica il sottosegretario Fazzolari, forse “inusuale” poteva essere la richiesta della Procura. E comunque la vicenda spazza via la vulgata di uffici giudicanti succubi delle Procure. E di inusuale potrebbe esserci anche il fatto che alla magistratura Emanuela Attura, che decise per l`imputazione coatta di Delmastro, dopo poco tempo sia stata tolta la scorta. A lei, magistrata più volte minacciata dai Casamonica. Attendiamo ancora chiarimenti dal Ministro Piantedosi. Ecco, questi sono tanti motivi per i quali pensiamo che Delmastro non debba più ricoprire quel delicato incarico, gestire quelle delicate deleghe. Con coraggio, magari senza attendere la giusta ed opportuna mozione di sfiducia annunciata dal PD alla Camera. Avviandosi a firmare le dimissioni dall`incarico, magari pronunciando una frase a lui certamente cara: “Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi…”.


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