“Ricordiamo tutti dove eravamo il 23 maggio 1992, così come io ricordo dov’ero il 25: ai funerali a Palermo, la piazza gremita di giovani, le lenzuola bianche appese alle finestre, l’invettiva del Cardinale Pappalardo, una ribellione civile grande e bella per il barbaro assassinio di Giovanni Falcone di Francesca Morvillo, di Vito Schifani, Antonio Montinari e Rocco Dicillo. Pensiamo anche noi, con il Presidente Mattarella, che le mafie possono essere battute, ma per farlo non basta ricordare, occorre anche essere coerenti”. Lo ha detto il senatore Walter Verini, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia, nell’Aula del Senato. “Essere coerenti davvero, tutti noi – ha proseguito Verini – significa per esempio lavorare per la scuola pubblica, per la cultura della legalità e delle regole, dare l’esempio quotidiano con la prevenzione della penetrazione delle mafie, significa combattere la povertà e le disuguaglianze e non tagliare i sussidi, perché dentro la povertà si insinua il welfare criminale, significa combattere l’usura e lavorare contro il voto di scambio. Oggi quel che è accaduto in Antimafia non è stato il modo migliore di onorare la memoria di Falcone”.
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