Il “caso Bigon” è una rassegna di errori, secondo la senatrice Pd Sandra Zampa, sbagli commessi da entrambe le parti: il segretario del Pd di Verona da un lato e, dall’altro, la ormai ex vice-segretaria che ha contribuito col suo voto a bocciare la legge Zaia sul “fine vita” in Veneto. «E’ stato un autogol, abbiamo tolto le castagne dal fuoco al centrodestra, non abbiamo lasciato che Zaia e la sua maggioranza si assumessero la responsabilità di tutta questa vicenda».
Zampa, cattolica, da sempre molto vicina a Romano Prodi, ha vissuto in prima fila diverse volte le discussioni sui temi etici e, pur considerando uno sbaglio il voto di Bigon, ribadisce che su un punto non può esserci dubbio: «L’obiezione di coscienza non si tocca».

Però lei nel merito lei condivide la scelta di Bigon?
«Io non avrei mai fatto quello che ha fatto lei… Parliamo di situazioni di sofferenza enorme. La dottrina teologica è andata molto avanti, penso a Vito Mancuso ma non solo. il papa ci dà lezione tutti i giorni in tema di diritti, sofferenza, esigenza di confrontarsi con un mondo molto cambiato. E lei forse non è ben documentata sul fatto che esiste una proposta di legge, della quale sono firmataria ma che è merito del lavoro di Bazoli, che fissa “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita”. Un testo di assoluto equilibrio che nella scorsa legislatura era stato votato da una delle due camere e che parte dalle sentenze della Corte costituzionale. E Io penso che ora Elly Schlein farebbe bene a dire che la destra lo deve affrontare questo tema. Secondo me gli italiani vogliono una risposta su questa questione».

Ma questo non giustifica la sua rimozione dall’incarico di vice-segretaria, giusto?
«Io ritengo un errore avere esautorato la Bigon dall’incarico per il suo voto. E’ sbagliato, ho letto l’argomento del segretario Pd di Verona, parla di due esigenze in conflitto: una è la coscienza e una è la lealtà alla propria comunità, che un tempo si chiamava più semplicemente disciplina di partito. Mi sembra persino paradossale dover ricordare che la questione di coscienza serve proprio a tutelarti rispetto alla disciplina di partito. E nessuna cosa come la vita e morte può riguardare la coscienza di ciascuno di noi».

Il Pd nazionale e veneto ha preso le distanze, parla di decisione autonoma del segretario di Verona. Ma tra i cattolici qualcuno obietta: le parole di Schlein contro Bigon, a Gubbio, hanno creato il clima per la “rimozione” decisa dal segretario di Verona.
«Su questi temi deve valere l’obiezione di coscienza, non c’è. nessun dubbio. Devono essere casi selezionati, spesso abbiamo fatto un abuso del tema della coscienza. Certo, questo è il classico tema di coscienza. Ma sono certa che in questa decisione non c’è di mezzo né la segreteria nazionale, né quella regionale. Certo, vorrei dire anche che l’obiezion di coscienza non si tocca, mai. Non c’è quella di serie A – se parli di pace, tema che piace a sinistra – e una di serie B sul fine vita, che è un tema dei cattolici. E’ uno degli elementi identitari del Pd».

Insomma, non vede un Pd che diventa ostile ai cattolici?
«No, anzi al contrario. Certo, mi spiace vedere che spesso non viene compresa la potenzialità di quel “lievito” che i cattolici rappresentano, come ha ricordato Prodi. Sarebbe opportuno valorizzarli di più. Bisogna avere la forza di ascoltarsi, questo è l’elemento più sfidante del Pd: tenere insieme culture diverse. Ma con questo approccio siamo riusciti per esempio ad arrivare alle unioni civili».


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