“E’ una beffa che il decreto emanato all’indomani dei tragici accadimenti del 26 febbraio a Cutro sia intitolato a quella tragedia, perché è un provvedimento che sconta rilevanti perplessità di legittimità costituzionale e che segue una logica punitiva nei confronti dei migranti. Quali sono le ragioni di necessità ed urgenza per abrogare la protezione speciale che tutela il diritto alla vita, garantito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Carta fondamentale dell’Ue? L’articolo 10 della nostra Costituzione dispone per lo straniero privato della libertà nel suo paese il diritto di asilo nel territorio della Repubblica”. Lo ha detto in Aula la senatrice del Pd Sandra Zampa, capogruppo Pd in Commissione Affari sociali. “E che dire – ha proseguito Sandra Zampa – delle campagne mediatiche sui rischi dei viaggi in mare previste dall’articolo 2 del decreto, fatte da chi, dagli aguzzini dei migranti? E dell’articolo 7 del decreto che sopprime il divieto di respingimento e di espulsione anche qualora esistono fondati motivi per temere della vita dello straniero in caso di rimpatrio?”. 

“L’esame di questo decreto dovrebbe interrompersi perché è sbagliato per molti motivi – ha detto ancora in Aula il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali – La maggioranza e il governo sanno, come è accaduto per i decreti cosiddetti sicurezza di Salvini, che un giorno questo decreto arriverà di fronte alla suprema Corte e le molte parti in contrasto con la nostra Carta, con quella dell’Ue e con le Convenzioni internazionali non sopravviveranno. Ma questo non interessa, perché nel frattempo le azioni della maggioranza avranno raggiunto il loro scopo, quello di costruire la percezione di una Destra che sa essere molto dura contro deboli e disperati che non possono difendersi. In questo decreto legge emanato all’indomani di una tragedia umanitaria le tracce di umanità sono difficilmente ravvisabili. Per governare il fenomeno delle migrazioni maggioranza e governo dovrebbero interrompere la politica della tensione e avviare una buona politica di integrazione, visto che loro stessi nel Def hanno scritto che per la nostra economia avremmo bisogno di integrare molte migliaia di lavoratori stranieri”. 


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