‘Maurizio adesso faccia chiarezza. La politica ha le sue regole’
C`era una volta Tangentopoli. Aveva un inizio e una fine. Ora la corruzione non si può più circoscrivere ad un periodo. E` no-stop. Luigi Zanda è il presidente dei senatori democrat.
Male patalogico, incurabile?
«Non userei un termine medico. Direi piuttosto che è una priorità nazionale assoluta».
Siamo forse il solo Paese ad avere un`Autorità anti-corruzione.
«Nel giro di pochi mesi, per merito del governo e per la scelta di Cantone, ha assunto un ruolo decisivo e dato un impulso fortissimo».
Non è bastato.
«La corruzione va affrontata in due modi: con la repressione e con la prevenzione. Riguardo la prima, giovedì (domani, ndr) l`Aula del Senato inizierà l`esame del disegno di legge che prevede severe misure, il falso in bilancio tornerà ad essere reato, si allungheranno i tempi di prescrizione. Sulla prevenzione c`è un discorso da mettere ancora bene a fuoco iniziando dalla legge Obiettivo che va cambiata nella sua logica».
Il padre della legge è Ercole Incalza, il grand commis arrestato.
«Quella legge, una delle prime approvate dal governo Berlusconi nel 2001, produce un allungamento dei tempi e una riduzione della qualità dei risultati. Concentra nelle mani del costruttore sia la progettazione che la direzione dei lavori. Così il progetto può facilmente essere piegato alle esigenze industriali e finanziarie dell`impresa appaltatrice. È un modello che facilita le deviazioni».
L`alternativa?
 «Occorre cambiare la legge e ricostruire i corpi tecnici pubblici. Penso ai primi decenni del dopo-guerra, alla ricostruzione del Paese. All`epoca esisteva una rete qualificata costituita dai provveditorati del Genio civile che controllavano ogni opera pubblica».
I superburocrati continueranno a sopravvivere ai governi.
«L`Italia ha avuto per moltissimi anni un grande Consiglio superiore dei Lavori pubblici, un organo tecnico che ha rappresentato per un lungo periodo un forte controllo. Oggi non c`è, anche questo è un segno della decadenza dello Stato».
Il problema è quando ci finiscono implicati anche i ministri.
«Vedo sempre più spesso una connessione malata tra pezzi dell`alta burocrazia e pezzi dell`imprenditoria. Ma la politica è doppiamente responsabile, sia penalmente che politicamente. Dovrebbe avere l`obiettivo di combattere la corruzione».
La condanna è unanime ma nessuno di voi dem ha usato finora la parola ‘dimissioni’ per Lupi.
«Da parte nostra c`è una sollecitazione molto forte alla chiarezza e alla trasparenza. Abbiamo chiesto al ministro Lupi di riferire subito in Parlamento, una richiesta che viene sia dal nostro gruppo che dall`opposizione».
All`epoca del caso Cancellieri, Renzi disse che ci si poteva dimettere anche senza essere indagati.
«Concordo. La politica ha le sue regole. A volte, per le dimissioni è sufficiente una responsabilità oggettiva».
I padri che raccomandano i figli: un vizio molto italiano.
«Le rispondo in modo astratto: un padre può e deve occuparsi del futuro del proprio figlio. Ma nessun padre può imporlo a chi ha con lui un rapporto di committenza o di dipendenza».

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