Lavoro emendativo porterà a più ampia condivisione
‘Attenzione a non commettere gli errori del passato, a non approvare le ‘regole del gioco’ con i soli voti della maggioranza del momento’. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda interviene nel corso dei lavori della Commissione Affari Costituzionali.
Zanda prosegue il suo intervento spiegando di non essere colpito dalle ‘tante opinioni diverse del dibattito attuale’ che reputa ‘fisiologiche quando si parla di Costituzione’. ‘Mi colpisce di più – spiega – la difficoltà da parte del Parlamento e anche dell’opinione pubblica di assumere uno ‘spirito costituente’. C’è troppa attenzione allo scontro politico attuale, troppa ansia a risponderci anche con durezza l’uno all’altro, colpo su colpo. Spesso la polemica prende il sopravvento sull’analisi e sulla riflessione. Su molti punti – aggiunge – le opinioni convergono. Concordiamo sull’urgenza delle riforme, necessarie per far funzionare meglio lo Stato, per aiutare la ripresa economica, per restituire credibilità all’Italia in Europa dopo anni in cui le riforme sono state solo annunciate. C’è accordo sulla riduzione del numero dei parlamentari e sulla necessità di superare il bicameralismo paritario cambiando il Senato che non potrà più essere eletto dai cittadini. Il nuovo Senato dovrà partecipare alla modifica della Costituzione e, mi auguro, delle leggi elettorali, all’elezione del Presidente della Repubblica, dei componenti della Corte Costituzionale e del Csm. Egualmente sarà utile dare al Senato il potere di rinvio preventivo alla Consulta di leggi sulle quali si nutrono dubbi di costituzionalità’.
‘Ci sono poi, ovviamente, questioni su cui bisogna lavorare ancora. Va certamente approfondita l’opportunità dei 21 componenti nominati dal Capo dello Stato e anche il sistema di elezione dei senatori. Ci sono, su questo punto, posizioni diverse: vanno dall’elezione diretta, alla nomina di diritto, all’elezione di secondo grado sulla quale io concordo. Su questi punti bisogna lavorare ancora ma l’elezione di secondo grado non può essere considerata antidemocratica, non può essere considerata un vulnus alla partecipazione democratica’.
In merito al rapporto tra riforma del Senato e del Titolo V e Italicum, Zanda ha detto: ‘Non si può condizionare la modifica della Costituzione a un dld che ancora non è legge’. E ha infine auspicato che la Commissione assuma come testo base quello del governo: ‘Essendo già stato approvato dal Cdm – spiega – il testo è già definito a livello di maggioranza. Ho dubbi che si possa trovare un altro testo che raccolga una base così ampia. Sarà il lavoro emendativo dei senatori a produrre in nuovo testo’.
Zanda prosegue il suo intervento spiegando di non essere colpito dalle ‘tante opinioni diverse del dibattito attuale’ che reputa ‘fisiologiche quando si parla di Costituzione’. ‘Mi colpisce di più – spiega – la difficoltà da parte del Parlamento e anche dell’opinione pubblica di assumere uno ‘spirito costituente’. C’è troppa attenzione allo scontro politico attuale, troppa ansia a risponderci anche con durezza l’uno all’altro, colpo su colpo. Spesso la polemica prende il sopravvento sull’analisi e sulla riflessione. Su molti punti – aggiunge – le opinioni convergono. Concordiamo sull’urgenza delle riforme, necessarie per far funzionare meglio lo Stato, per aiutare la ripresa economica, per restituire credibilità all’Italia in Europa dopo anni in cui le riforme sono state solo annunciate. C’è accordo sulla riduzione del numero dei parlamentari e sulla necessità di superare il bicameralismo paritario cambiando il Senato che non potrà più essere eletto dai cittadini. Il nuovo Senato dovrà partecipare alla modifica della Costituzione e, mi auguro, delle leggi elettorali, all’elezione del Presidente della Repubblica, dei componenti della Corte Costituzionale e del Csm. Egualmente sarà utile dare al Senato il potere di rinvio preventivo alla Consulta di leggi sulle quali si nutrono dubbi di costituzionalità’.
‘Ci sono poi, ovviamente, questioni su cui bisogna lavorare ancora. Va certamente approfondita l’opportunità dei 21 componenti nominati dal Capo dello Stato e anche il sistema di elezione dei senatori. Ci sono, su questo punto, posizioni diverse: vanno dall’elezione diretta, alla nomina di diritto, all’elezione di secondo grado sulla quale io concordo. Su questi punti bisogna lavorare ancora ma l’elezione di secondo grado non può essere considerata antidemocratica, non può essere considerata un vulnus alla partecipazione democratica’.
In merito al rapporto tra riforma del Senato e del Titolo V e Italicum, Zanda ha detto: ‘Non si può condizionare la modifica della Costituzione a un dld che ancora non è legge’. E ha infine auspicato che la Commissione assuma come testo base quello del governo: ‘Essendo già stato approvato dal Cdm – spiega – il testo è già definito a livello di maggioranza. Ho dubbi che si possa trovare un altro testo che raccolga una base così ampia. Sarà il lavoro emendativo dei senatori a produrre in nuovo testo’.