In Parlamento oggi Berlusconi non ha più la maggioranza. Non tenti di scardinare il sistema
Senatore Zanda, ora Berlusconi minaccia la piazza se non ci sarà un suo uomo al Quirinale. Il Pd come reagisce?
«Siamo al solito impasto di comportamenti che gli italiani conoscono da vent`anni e che hanno sempre come oggetto la difesa degli interessi politico personali di Berlusconi, che può arrivare a qualsiasi eccesso compreso calpestare gli stessi
valori della Costituzione».
Il Parlamento rischia di essere un Vietnam?
«La minaccia delle piazze è gravissima: c`è un paese indebolito da una crisi sociale dura e in questa emergenza il capo di una forza politica rilevante come il Pdl, cosa fa? Parla di brogli in modo totalmente infondato e minaccia guerriglia in Parlamento e nelle piazze. E` un film nero che ritorna».
Lei stesso però riconosce la ‘forza politica rilevante’ del Pdl. Ha qualche ragione il centrodestra a non volere restare escluso dalla partita politico-istituzionale?
«Non ha affatto la rappresentanza di un terzo. Comunque le forze politiche pesano per i parlamentari che esprimono. Berlusconi ha avuto in passato la maggioranza abbondante del Parlamento e ha governato l’Italia. Oggi non ce l`ha, e non può
cercare di scardinare il sistema. Vorrei aggiungere che adotta la pratica quotidiana di sottrarsi ai processi accampando impedimenti legittimi e illegittimi. E` un altro dei sintomi di una persona che considera le istituzioni repubblicane al suo servizio».
Al di là delle minacce berlusconiane, lei chi vedrebbe al Qurinale?
«La figura-modello per me è Napolitano. Il suo successore dovrà essere
un presidente democratico, assolutamente equidistante e rispettoso dello Stato di diritto e del ruolo che la Costituzione gli assegna. L`equilibrio, soprattutto. Quella tra ‘moderati’ e ‘non moderati’ è una divisione che non conosco: nella difesa della Costituzione il presidente della Repubblica deve essere radicale».
A questo profilo, sì può dare un nome?
«Parlare di candidature al Quirinale oggi sarebbe uno sgarbo imperdonabile al presidente Napolitano».
Ci vorrebbe una figura di cambiamento?
«Ogni nuovo presidente costituisce un cambiamento rispetto ai suoi predecessori. Ripeto: ci vuole soprattutto equilibrio e attenzione ai valori costituzionali».


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