La minoranza slovena in Italia deve continuare ad avere, anche in futuro, una rappresentanza in Parlamento. E’ quanto è emerso nel corso della presentazione del volume trilingue “Noi, sloveni, in Italia”, illustrato nel corso di una conferenza stampa nella Sala Caduti di Nassirya del Senato, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, i senatori Tatjana Rojc (PD) e Gianclaudio Bressa (Autonomie), i presidenti delle associazioni apicali slovene SKGZ e SSO, Rudi Pavšiè e Walter Bandelj, l’ambasciatore sloveno presso la Santa Sede e una rappresentante dell’ambasciata slovena in Italia. Prima della conferenza stampa, la senatrice Rojc con Rudi Pavšiè e Walter Bandelj hanno incontrato la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati per far presenti le istanze degli sloveni in Italia.
“Parlare della minoranza slovena quale minoranza nazionale – ha detto Tatiana Rojc – significa comprendere bene quanto, in questo tempo in cui l’Europa viene messa in discussione, sia invece necessario ribadire il senso della comunità europea che da oltre 70 anni garantisce la pace tra gli stati membri. L’Unione europea non costituisce solo una realtà economica, ma è garanzia per i suoi cittadini, e per i 50 milioni di rappresentanti di minoranze linguistiche ed etniche, di poter far parte di una comunità di popoli”. Il volume che è stato presentato, una sorta di vademecum del mondo sloveno in Friuli Venezia Giulia, in inglese, sloveno e italiano è stato voluto dalle due organizzazioni di riferimento degli sloveni in Italia, in collaborazione con lo SLORI, l’istituto sloveno di ricerche di Trieste. “La Costituzione italiana – ha detto Gianclaudio Bressa – è l’unica in Europa che all’articolo 6 riconosce una tutela precisa e forte delle minoranze linguistiche come parte fondante della comunità italiana. Un passaggio fondamentale è stata l’approvazione della legge 38/2001 sulla tutela della minoranza linguistica slovena, contro l’ostruzionismo delle destre, e il suo successivo rifinanziamento. La minoranza slovena non è più il confine orientale, ma è speranza ed avanguardia in Europa”.


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