‘Le conseguenze del bullismo in rete sono devastanti: si va dal crollo dell’autostima, all’abbassamento del rendimento scolastico, dalla depressione fino al suicidio nei casi più radicali. Sono ormai alcuni anni che Antonello Soro, Garante della Privacy, ha puntato i fari verso un utilizzo più consapevole di internet e dei social network e verso una maggiore tutela delle vittime, suggerendo in più occasioni di mettere in pratica soluzioni concrete, a partire da una tutela rafforzata a favore delle vittime, che preveda una procedura accelerata per rimuovere il contenuto lesivo in tempi brevi’. Lo afferma la senatrice del Pd Donatella Albano, intervenendo nell’Aula del Senato.
‘Nel nostro ordinamento, al di là dei singoli atti dei bulli, puniti separatamente come, ad esempio, le molestie o le percosse, non esiste un’autonoma figura di reato per questi fatti. Esistono varie manifestazione della volontà di tutelare i giovani sul web – spiega Albano – si pensi alla proposta della Commissione Europea di sviluppare, da parte di tutte le società che operano sul web, metodi di autoregolamentazione e all’invito agli Stati membri ad adottare una disciplina normativa che crei un “ecosistema informatico nuovo e sicuro”. Per questo abbiamo presentato il ddl sul Cyberbullismo, per tenere fede ad un impegno. Ma siamo tutti quanti consapevoli che l’introduzione di un titolo autonomo di reato non è sufficiente. Il Cyberbullismo va prevenuto grazie agli strumenti che lo Stato ha a disposizione. Mi riferisco al ruolo della Polizia di Stato che grazie ai suoi uomini della Postale è capace di reprimere il crimine online. Diminuire dunque l’organico per una presunta necessità di risparmio – conclude la senatrice del Pd – non ha senso se questo risparmio incide sui diritti dei cittadini che questo Stato è tenuto a proteggere’.

Ne Parlano