“Il primo approccio della Destra al salario minimo è stato molto negativo: Tajani ha parlato di misura da Urss, Musumeci di assistenzialismo, Calderone di danno al mercato del lavoro. In realtà è una misura di dignità del lavoro. Hanno ritirato l’emendamento soppressivo della proposta perché si sono resi conto che il paese reale è a favore e a Meloni si può dire tutto tranne che non sia attenta al consenso. Vediamo se davvero c’è un’apertura che possa portarci a decidere in fretta che nessuno può guadagnare meno di 9 euro l’ora. Meloni faccia un altro passo avanti, incontri Elly Schlein e le opposizioni e dia atto alle opposizioni che è un’iniziativa non di parte ma per il Paese”. Lo ha detto a Zapping su Radio1 Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato.
Pnrr:
“Si tagliano infrastrutture fondamentali come la Palermo-Catania e poi si parla di Ponte sullo Stretto, si tagliano risorse contro il dissesto idrogeologico mentre va in onda il disastro climatico. La Destra dimostra di avere un pregiudizio sul Pnrr, avendolo già avversato e non votato nel 2020 e nel 2021. Dicono che sposteranno i progetti su altre fonti di finanziamento? Il Pnrr sono soldi freschi, immediati, da spendere entro il 2026, le altri fonti fanno riferimento ai Fondi di coesione 21-27, con una rendicontazione che può arrivare fino al 2030, non ci sono certezze, né vincoli. Siamo seri, stanno tagliando progetti per 16 miliardi, più della metà dei quali riguarda i comuni e il Mezzogiorno. E’ gravissimo, non faremo sconti”.