Francesco Boccia, scelga lei da cosa partire per raccontare l`implosione del centrosinistra: dalla pugnalata di Conte sulle primarie o dai gravi errori del Pd?
«Partiamo dal Paese, perché la vicenda Bari – storia seria, per carità, e da affrontare con rigore e senso delle istituzioni – è stata piegata a un modo di concepire il potere dentro le istituzioni che preoccupa».
Sta provando a spostare l`attenzione dalle inchieste?
«No, guardi, da parte nostra c`è la massima disponibilità ad ammettere eventuali responsabilità o errori, ma questa vicenda segnala altro: la deriva orbaniana del governo. Utilizzano con violenza il potere dentro le istituzioni e non affrontano i problemi delle persone. La lista è lunga: i condoni, le forzature sullo SpaccaItalia e sul premierato. Per non parlare del loro rapporto con le inchieste».
A cosa allude?
«Quando sono toccati, sono garantisti, difendono i loro ministri sotto inchiesta, e cercano anche di bloccarle. Se riguardano gli avversari, si sostituiscono a magistrati e diventano giustizialisti. Mi preoccupa che si possa decidere così la morte di una città come Bari, questa travalicazione del potere esecutivo su quello giudiziario. Anche per questo sono totalmente contrario al premierato di Meloni: se il buongiorno si vede dal mattino, la méta è Orban o Putin. Dovremmo chiedere a Salvini, è lui l`esperto».
Lei dice: deriva orbaniana. Perché l`esecutivo starebbe travalicando quello giudiziario? E cosa c`entra con la commissione d`accesso del Viminale?
«Parto da lontano: io oggi ho passato la giornata nel carcere di Trani. Sapete chi invece è assente? Il governo. Delmastro, totalmente inadeguato. Nordio, un ministro che non c`è. E Sisto, un viceministro che dovrebbe occuparsi del problema e che invece – a 24 ore da un`inchiesta come tante – ha utilizzato il suo potere politico per guidare una delegazione al Viminale per chiedere lo scioglimento del comune di Bari, una città modello del Mezzogiorno. Mi preoccupa questa disinvoltura e dico alla destra, prima che sia troppo tardi: fermatevi, perché se questo è lo stile arriveremo allo scontro totale».
Parole pesanti. Per lei la destra punta a sfruttare le inchieste per sciogliere il Comune di Bari?
«Le anticipazioni su Repubblica sono di una gravità inaudita. Nemmeno Corleone ai tempi di Totò Riina quella infiltrata dalla mafia e non ancora “liberata” – era stata trattata così dallo Stato. I tempi, la volgarità e la foga messa su Bari non sono stati usati neanche per i centri ad alta densità mafiosa».
Quindi pensa che esista la volontà di mettere fuori gioco Decaro e commissariare Bari?
«Sarebbe eversione allo stato puro, al quale risponderemmo con tutti gli strumenti democratici a disposizione. Lo dico ora per non sembrare pazzo dopo: se è così, siamo oltre i confini della democrazia. E lo dico aldilà dei falsi contenuti su Decaro, su cui metto le mani sul fuoco».
Torniamo al Pd: non siete stati lenti e timidi nel condannare?
«Non mi sembra. L`assessore si è dimesso dopo mezz`ora. Con Elly, chi sbaglia, paga per sempre. Non mi pare che la destra possa dare lezioni di moralità, con un governo pieno di inquisiti. Nel Pd non c`è spazio per i trasformisti. Chi compra voti, va cancellato dalla mappa della politica. E i cacicchi possono ritirarsi avita privata: li combatteremo in ogni angolo».
Mi scusi, ma non era anche pratica comune dell`era Emiliano organizzare liste civiche per traghettare da destra a sinistra molti trasformisti locali?
«Emiliano è stato anche molto altro. Ha combattuto la criminalità in modo duro, chiuso la fabbrica dei veleni, fatto gli abbattimenti di Punta Perotti. Non può essere ricordato per una lista civica sbagliata, comunque, che c`è stata e va cancellata. Quando porti da destra a sinistra gente dal basso tasso etico, commetti un errore da non fare».
Passiamo a Conte, al suo amico Conte. Dovevate costruire il campo largo, sta finendo malissimo.
«Quando accetti di allearti con il Pd, accetti le primarie. È nel nostro dna. Se dici che non le fai più per un`inchiesta che non c`entra nulla con Bari, stai offendendo quel popolo. Noi non faremo mai un passo indietro, perché non siamo un partito nelle mani di una famiglia o in cui non c`è confronto democratico. Siamo l`ultimo partito veramente democratico».
Però il campo largo sembra un lontano ricordo: alle amministrative correrete assieme solo a Perugia.
«Senta, io sono stato artefice delle prime alleanze tra Pd e Movimento. Siamo passati da zero al 50% di accordi nel 2022. È un percorso lungo. Non è la prima volta che si rompe l`alleanza, non sarà l`ultima. Ma continuiamo a essere testardamente unitari, perché solo così batteremo questa destraccia. L`unica cosa è che non possiamo fare è essere unitari a dispetto dei santi. Le amministrative hanno il doppio turno e ci si può unire al ballottaggio, anche perché senza Pd non c`è centrosinistra. E vince la destra».
A Bari è impossibile ricucire?
«Deciderà Leccese. Lui non si è mai sottratto al processo unitario, dall`altra parte hanno solo detto: o Laforgia, o nulla. Se trovano una soluzione, bene, altrimenti decideranno i baresi»
Boccia, dopo la vittoria in Sardegna è partita l`autodistruzione? Così Meloni rischia di governare per dieci anni.
«Non credo. Guardi la sanità pubblica, dove aumentano la privatizzazione e le file per i pazienti bisognosi. Oppure il raggiro del Def, dove Giorgetti non ha ancora scritto nulla, dopo aver scritto cose non vere l`anno scorso. Proprio per la loro inadeguatezza e incapacità, non dureranno molto. Per questo, è più importante esseri pronti a rappresentare un`alternativa che prendere lo 0,1% in più. Temo però che fino al 9 giugno questo appello sarà poco ascoltato».


Ne Parlano