“Non ce ne era bisogno perché lo sapevamo già ma l’emendamento depositato alla Camera dal centrodestra per la soppressione della proposta di legge sul salario minimo certifica che la destra italiana è contro la dignità del lavoro e contro i poveri.
Dopo un decreto lavoro che ha istituzionalizzato la precarietà, dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, dopo l’elemosina della social card, ora il no alla proposta di salario minimo sancisce che Giorgia Meloni e i suoi alleati considerano i più fragili, chi ha meno, chi non ha lavoro i loro avversari. Per noi sotto la soglia dei 9 euro non è lavoro ma sfruttamento. Per loro evidentemente i tre milioni di lavoratrici e lavoratori sottopagati e sfruttati non sono degni di essere tutelati”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.


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