Boccia “Da noi i progressisti devono unirsi e fare sintesi: la vera sfida è la modernità”
Sul futuro di Bari ha molto da dire, ma non ora. Questo è il momento di Digithon, il suo festival dell`innovazione che oggi par te a Bisceglie: «Il popolo progressista si unisca e faccia sintesi», mormora ecumenico. Sul Pnrr si morde la lingua: «Sì, i rischi ci sono anche per il mondo delle imprese che fanno innovazione…». Ma è soltanto per rispetto della terzietà tecnica della kermesse e dei suoi ospiti che Francesco Boccia tiene adesso per sé la cosa che più sente: nessuno pensi che i giochi politici pugliesi possano essere fatti senza passare per Elly Schlein, la numero uno del Pd di cui è stato il grande elettore. Perché è importante che lei sia qui a Bisceglie stasera? «Per la stessa ragione per cui è importante che ci siano anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Come affrontare insieme i processi di innovazione e come rispondere alle sfide che i ragazzi ci pongono su questi temi non può essere un tema di parte, ma deve coinvolgere tutta la politica. È un confronto senza condizionamenti». Oltre alle università sostiene l`evento anche Confindustria Bari-Bat. Boccia è tra i pochi che riesce a parlare oggi al mondo delle imprese e dell`innovazione nel nuovo Pd? «Io non penso che sia così, è uno stereotipo. Elly invece risponde a una domanda nuova di società che è digitale. È fisicamente digitale, chiunque lavora con lei lo sa. Il suo rapporto con le imprese è stato spesso strumentalizzato dai suoi detrattori, come se a poterlo garantire fossero soltanto certi vecchi dirigenti. E invece c`è un mondo vasto, nell`impresa moderna, che fa dell`innovazione
tecnologica un punto fermo e le nuove generazioni di politici lo interpretano naturalmente. Schlein e Giorgia Meloni appartengono a una nuova classe d`età che rispetto ai settantenni, che pure hanno un grande patrimonio di saggezza, sono più veloci a cogliere i cambiamenti recependoli su una serie di temi come la sicurezza informatica, la privacy, il fisco, il digitale. Una società che ti chiede di utilizzare l`intelligenza artificiale nelle scuole così come nella sanità, per salvare vite umane, è una società che non ammette ritardi. E su questo lei è modernissima». Digithon promuove le startup. Quanto conta sostenere la produttività per un partito di sinistra? «Salario minimo, sanità, lotta ai cambiamenti climatici sono le basi di una nuova stagione dei diritti. Garantiti questi, il confronto su come si crea valore aggiunto in un`economia moderna è aperto. Ma come aumenta la produttività? Facendo lavorare di più le persone in ufficio o con l`innovazione tecnologica? Con industria 4.0 avevamo tracciato un solco che si è interrotto, e su quel terreno si possono mettere insieme ora tutte le opposizioni». Cos`è diventato Digithon? «L`appuntamento italiano annuale delle startup. Ricordo ancora come partì, con un convegno a cui parteciparono Fedele Confalonieri e Carlo De Benedetti e nel quale si decise di unire le forze in Italia per arginare lo strapotere dei giganti del settore. Siamo orgogliosi di aver fatto diventare queste serate uno dei momenti dell`anno ad alto tasso di innovazione nel tempo della società digitale, con il protagonismo massimo delle università e delle imprese. Ma soprattutto dei giovani. Ogni anno ci sono storie di gruppi di ragazzi
che interpretano la società con gli strumenti dell`innovazione tecnologica e provano a rispondere a bisogni reali, dalla sanità al commercio elettronico, dalla ricerca alla finanza, dall`informazione al cinema fino alla logistica, tutti ambiti della nostra vita che sono stati modificati dall`innovazione digitale». Quest`anno il focus è sull`intelligenza artificiale. «Ci sono start up di altissima qualità, in questo settore, che hanno impressionato anche me. Quando organizzammo la prima edizione, nel 2015, ospitammo una delle prime piattaforme nel settore abbigliamento o altre aziende che presentavano progetti su come accelerare i servizi del commercio elettronico. Sembrava un mondo così innovativo che non lo avremmo visto mai. Oggi invece si parla di taxi che viaggiano senza conducenti. Odi sceneggiatori di Hollywood che stanno protestando per Chat Gpt perché rischiano di essere sostituiti. Siamo al dilemma se sia giusto o meno utilizzare addirittura dalla scuola primaria l`intelligenza artificiale, perché il dibattito non ha senso vietarlo per generazioni che sono nate già digitali». Si informa mai sui vincitori delle scorse edizioni, come fanno gli insegnanti con gli ex alunni? «Mi porto nel cuore i vincitori della prima edizione, erano baresi. La loro società, Aulab, che promuoveva laboratori di imprenditorialità per le scuole superiori sia in classe sia online, ha fatto tanta strada. Sono cresciuti anche i vincitori dell`edizione successiva, nel 2017, Busrapido, nati ai tempi dell`esplosione di Uber: inventarono un motore di ricerca per prenotare gli autobus. E via così fino ai piacentini di C Shark, i vincitori dell`ultima edizione».


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