Il governo ha posto la questione di fiducia sul testo del cosiddetto Decreto Omnibus, approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze e ora all’esame del Senato in prima lettura. Un insieme di norme che le opposizioni hanno bollato come degli ennesimi favori agli evasori fiscali e a chi non vuole rispettare le regole, ma anche una somma di “mancette” che i partiti della maggioranza si sono spartiti non senza difficoltà. A parlarne, a Today.it, il capogruppo del Partito Democratico in Senato, Francesco Boccia.

“Un provvedimento che avvantaggia elusori ed evasori”

“Quel po’ di fisco che è rimasto nel Decreto Omnibus – spiega il senatore dem – è di fatto un condono. Scaricano persino 900 milioni dal fondo pressione fiscale per coprire i ravvedimenti. Ormai hanno un chiarissimo disegno politico: anziché allargare la base imponibile e abbassare la pressione fiscale, fanno il contrario, ovvero riducono la base imponibile e fanno un fisco à la carte! Ovviamente tutto a vantaggio di elusori, evasori e autonomi che spesso utilizzano la flat tax surrettiziamente. Un ennesimo schiaffo a chi paga le tasse e rispetta le leggi”.

Le opposizioni, oltre a un condono di fatto che potrebbe costare oltre 781 milioni di euro all’erario, contestano tutto l’impianto del decreto. “È un insieme di norme senza un filo logico – continua Boccia – annunciato il 9 agosto urbi et orbi come è ormai nello stile del governo Meloni. Lì dentro c’è di tutto: a parte il concordato preventivo trasformato in un vero e proprio condono, ci sono misure discutibili sulla formazione e l’istruzione, sulla ricerca, sulle attività culturali, sugli enti locali, sugli investimenti nel continente africano. E poi sono stati sottratti 750 milioni di euro dal Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr”.
“Un accordo di potere tra i partiti della maggioranza”

Insomma, come spesso accade con questi provvedimenti scritti per accontentare grandi e piccole lobby, sono davvero poche le misure che cambieranno in meglio la vita delle persone comuni. “Sono operazioni che interessano gruppetti di interesse – spiega ancora il capogruppo Pd – sulla base di un patto di potere che tiene insieme a fatica i tre partiti che compongono la maggioranza: nelle commissioni congiunte Bilancio e Finanze sono andate in scena tensioni, rotture, time out, tutti legati ai loro conflitti. Ad esempio si sono scontrati sulla deroga alle norme del Codice degli Appalti per il commissario ai Rifiuti in Sicilia, su cui si è impuntata Forza Italia: di fatto utilizzano il problema della siccità per dare mano libera a Renato Schifani per non fare gli appalti sui rifiuti. Manca l’acqua ma loro vanno sulla monnezza.
Sul fronte delle regole urbanistiche, catastali e sulle procedure edilizie, abbiamo assistito a disposizioni come il superamento catastale dei mobili dei campeggi, che non si capisce se riguarderà anche i dehors dei bar e dei ristoranti: il nostro legislativo sono giorni che cerca di decifrarlo. Possiamo dire che la Lega di Matteo Salvini ha ottenuto l’ennesima deregulation che fa comodo a chi non ama rispettare le regole. C’è anche il cosiddetto ‘bonus tredicesima’ che vale meno di 100 euro lordi e va a una platea incomprensibile che deve tra l’altro chiederla come fosse un’elemosina. Avevano detto basta bonus e ne fanno uno misero e umiliante”.
“E poi – racconta ancora Boccia – c’è stato lo scontro tra il ministro Giancarlo Giorgetti e Claudio Lotito, con il senatore di Forza Italia che ha quasi fatto saltare tutto per ottenere la cancellazione della norma che consente l’ingresso dei supporter nel board delle società, una norma che era stata voluta dallo stesso Giorgetti e che alla fine la Lega è riuscita a mantenere. E un ministro dell’Economia che si occupa di calcio e rimanda il Piano Strutturale di Bilancio (Psb) la dice lunga. Siamo alla follia. Tra l’altro il Psb è fatto male e abbiamo già due settimane di ritardo, con Giorgetti che verrà a presentarlo in aula il 9 ottobre. Contiene tagli ai servizi, anche alla Sanità, perché le risorse, come abbiamo visto, sono state investite per aiutare gli evasori”.
“Hanno un approccio da barbari”

Un assaggio, insomma, di quello che sarà la prossima manovra, una finanziaria a risorse ancora più limitate su cui peserà l’impegno con Bruxelles. “Quello che è davvero disarmante – conclude il senatore dem – è il loro approccio da barbari: dopo due manovre finanziarie in cui il debito è aumentato perché hanno sbagliato i calcoli ci presentano un Piano Strutturale di Bilancio in cui annunciano 12 miliardi di ‘cambiali’ per i prossimi 7 anni: hanno firmato già per chi verrà dopo, nella prossima legislatura. Lo hanno fatto anche con un certo smacco, perché hanno scritto che il debito – guarda caso – inizierà a scendere solo dal 2027”.


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