Per la terza volta sotto il vestito non c`è nulla». Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, si riferisce alla legge di bilancio che sta per essere approvata dal Parlamento. «Credo che siamo arrivati al dunque, la propaganda non basta più e non hanno più scuse da inventarsi».
Anche ieri, in Aula al Senato, Meloni è tornata ad agitare il costo del Superbonus…
«La prima manovra l`hanno scaricata su Draghi, dicendo che l`aveva scritta lui. Per la seconda si sono creati l`alibi del Superbonus, negando l`evidenza, cioè che per due anni l`hanno prolungato loro, solo l`anno scorso lo hanno votato per le villette».
Dipende da come racconti dati e numeri, no?
«Se guardiamo alle previsioni di crescita, erano totalmente sbagliate per i1 2023 e i1 2024 e lo saranno anche nel 2025: Giorgetti ha stimato un + 1, 2%, BanKitalia e altre fonti autorevoli hanno già detto che non andremo oltre lo O, 8%. Poi ci sono i dati sull`occupazione».
L`aumento certificato dall`Istat non va bene?
«No, se ad aumentare è il lavoro povero. Dopo aver liberalizzato i contratti a termine, hanno alzato il tetto dei voucher fino a 25mila euro per le aziende con 25 dipendenti. Questo vuol dire che ci saranno lavoratori pagati solo con questo strumento, così si rende più selvaggio il mercato del lavoro».
In compenso, si pensa a equiparare gli stipendi dei ministri non parlamentari o a garantire loro rimborsi spese.
«Non amo la demagogia, penso che sia un tema sui cui si può ragionare: se ci sono storture sul trattamento dei ministri, si possono correggere. Però lo fai alla fine, prima devi dedicarti a chi sta male. Ad esempio, approvando il salario minimo. E una questione di sensibilità, che a loro manca completamente».
Come sulla questione di fiducia da porre sulla manovra: Meloni ha detto che sarebbe felice di non farlo, se vi mettete d`accordo. Che ne pensa?
«Una bella sfacciataggine, dopo aver battuto tutti i record quanto a richieste di fiducia. La verità è che serve a loro per non dividersi su tanti temi. Sul fisco la Lega non è mai d`accordo con il viceministro Leo. Del resto, per loro le entrate si fanno solo con i condoni, guai ad aumentare le tasse sulle rendite finanziarie, mentre le imposte sulle banche diventano prestiti e la nostra proposta di far pagare a consumo l`uso delle reti da parte di colossi come Netta, Youtube o Dazn viene bocciata».
Meno entrate uguale meno servizi pubblici: c`è una corsa alla privatizzazione?
«Stanno andando avanti a privatizzare su tutti i fronti, a cominciare dalla sanità, dove lo scenario è devastante, poi la scuola e l`università. Ma c`è il grande tema delle infrastrutture primarie: strade, porti e aeroporti, le reti ferroviarie, idriche o per le telecomunicazioni, che per noi devono restare statali».
Meloni dice che lei fa l`interesse della nazione: non è vero?
«Diventa aggressiva quando la metti davanti alle sue contraddizioni. Dopo essere stata a lungo antieuro, oggi è diventata europeista. E partita esaltando Farage, poi il Pis polacco e Vox in Spagna e ora le piacerebbe fare la Merkel, ma non è possibile, perché purtroppo le cattive compagnie sono sempre le stesse. Se stai con Orban, non puoi batterti per una difesa e un fisco comuni».
La premier ha detto che non si fa condizionare dalle amicizie, che siano Orban, Milei o Elon Musk. Possibile?
«In Europa non ha fatto cambiare idea ai suoi amici nazionalisti su tasse e migranti. L`operazione albanese è il simbolo del suo fallimento. Quanto a Musk, hanno bocciato i nostri emendamenti, che puntavano a ridurre i rischi per la sicurezza legati ad un eventuale accordo per l`uso di Starlink (la rete satellitare di Musk, ndr) nel nostro Paese».
La propaganda di Meloni sarà anche al capolinea, ma Fratelli d`Italia resta alto nei sondaggi. Quindi?
«Il distacco tra FdI e il Pd in due anni si è dimezzato, segno che le persone hanno iniziato a capire che Meloni non sta portando soluzioni ai loro problemi e, dall`altra parte, che c`è un`idea alternativa di società e di Paese».