“Dopo un lungo lavoro di confronto nella conferenza dei capigruppo, eravamo arrivati a definire un percorso condiviso per i prossimi mesi, con un calendario che incrociava l’attività che le commissioni hanno in evidenza. Mi dispiace far notare all’Aula che alla prima curva siamo già fuori strada. Oggi avremmo dovuto aprire la discussione in Aula sul decreto milleproroghe, ma siamo già scalati al terzo punto all’ordine del giorno. Non per caso lo slalom tra i paletti di una pista che ogni volta la maggioranza modifica, è il risultato di un lavoro a dir poco inadeguato. Non ci siamo per la totale inadempienza del governo e perché la maggioranza è silente in Commissione sul milleproroghe. Questo mentre la lista dei temi che starebbero a cuore al paese è lunga: dal caro bollette, all’energia al lavoro, alle graduatorie dei concorsi della Pa, alle accise sulla benzina, la lista è lunga e coincide con temi delle mozioni che dovremmo discutere in Aula. Non sappiamo ancora come mai, dopo 13 provvedimenti in due anni e mezzo di concordato fiscale, dalla definizione agevolata delle cartelle esattoriali fino all’ultimo ravvedimento operoso e al riversamento del credito di imposta, siamo adesso alla 14esima proposta di intervento pensato per contribuenti che non hanno dimenticato di pagare le tasse, hanno semplicemente deciso di non pagarle. La maggioranza ha quindi deciso di calpestare il calendario concordato perché il governo chiede tempo in Commissione. Questa è la dimostrazione che alla maggioranza non stanno a cuore i problemi del Paese e che noi ci ritroviamo con un Parlamento succube del governo. Per questo chiediamo di riconfrontarci in una riunione dei capigruppo”. Lo ha detto in Aula il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd.


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