“Non è una questione di merito ma di metodo”. Spiega così il senatore del Pd Francesco Boccia i motivi di disaccordo con l’iter della proposta di legge sull’Autonomia portato avanti dalla maggioranza in Senato dove si va al voto sugli emendamenti. “Chiediamo che le stesse modalità usate per gli emendamenti della maggioranza siano utilizzati per quelli presentati da noi”, spiega Boccia, “invece ai nostri emendamenti presentati in Commissione, che prevedevano coperture di spesa è stata data l’inammissibilità a seguito dell’art. 81, che sancisce la non copertura”. “Non si possono avere due pesi e due misure – sottolinea – in particolare quando si tratta di un provvedimento tra i più importanti trattati dal Parlamento e che inciderà sulla vita del Paese, sulle relazioni dei diversi livelli istituzioni”, “con il meccanismo utilizzato per rigettare i nostri emendamenti hanno di fatto usato modificato anche i loro emendamenti utilizzando la clausola di invarianza di spesa che dimostra che non c’è un centesimo sul ‘DDL Spacca Italia’”. Il senatore dem evidenzia inoltre che “l’unico Fondo di perequazione che era stato istituito dal Conte 2, di quattro miliardi e sei, è stato tagliato nella Legge di Bilancio, era un Fondo di perequazione agganciato all’Autonomia”.
“In commissione Bilancio abbiamo contestato le modalità con cui è stato riformulato l’emendamento De Priamo, che doveva essere la mediazione tra FdI e Lega. Chiedevamo che le stesse modalità venissero utilizzate sui nostri emendamenti che prevedevano coperture di spesa. Non si possono avere due pesi e due misure”. Così il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia, parlando con i giornalisti in Senato del caos in commissione Bilancio prima dell’avvio dell’Aula del Senato sull’Autonomia. Secondo Boccia, l’emendamento De Priamo è stato “svuotato con una clausola di invarianza di spesa che dimostra che non c’è un centesimo sul ddl spacca-Italia”. “Hanno costruito un impianto paralizzato”, ha concluso.


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