“Ha ragione il ministro della Giustizia, Orlando: sono troppo poche le incriminazioni verso le azioni che apertamente richiamano parole d’ordine e valori di chiara ispirazione fascista e nazista”.
E’ quanto afferma il senatore del Partito democratico Daniele Borioli.
“Occorre capire le ragioni della sostanziale inefficacia delle norme porte a presidio dei fondamenti dichiaratamente “antifascisti” della nostra Costituzione – sottolinea l’esponente pd – Vale a dire della carta fondamentale che regola la nostra convivenza. Di fronte al moltiplicarsi di manifestazioni, atti intimidatori portati al limite della minaccia di violenza, teppismo politico non più solo verso avversari ma anche verso organizzazioni della società civile, esibizione di simboli nazifascisti, comparsi ora anche nel contesto di presidi della forza pubblica: di fronte a tutto ciò appare senza dubbio debole la risposta della giustizia. Bene ha fatto, perciò, il Ministro ad annunciare un approfondimento con il Csm circa le ragioni di questo scarto. Occorrerà capire quali sono le ragioni che lo determinano e se vi siano da apportare dei correttivi sia alle norme, attualizzando forse il concetto di fascismo rispetto alla sola connessione con l’esperienza storica del fascismo italiano. E al tempo stesso verificare l’efficacia delle procedure penali attualmente adottate. Più di ogni altra cosa, tuttavia, è fondamentale rimettere l’antifascismo, anche in un’accezione più inclusiva delle nuove forme in cui i suoi valori si manifestano, al centro di una forte e diffusa iniziativa democratica, in grado di rilanciare, come dice Orlando, “una cultura antifascista collettiva permanente”.
“La manifestazione indetta a Como per il prossimo 9 dicembre si colloca in questo solco, e non deve rimanere un episodio, ma diventare un metodo di risposta democratica e determinata ad ogni attacco” conclude Borioli.