“Abbiamo urgente bisogno di definire un salario minimo nel nostro Paese per due ragioni: perché non è sopportabile che ci siano forme di sfruttamento e di caporalato tali da prevedere salari di due, tre euro all’ora con i quali è del tutto chiaro come sia impossibile vivere, e poi perché è bisogna utilizzare la definizione di uno standard minimo da cui fare ripartire una contrattazione salariale verso l’alto. Abbiamo una vasta area di salari dalla retribuzione insufficiente e fermi da troppo tempo. Non abbiamo assistito a nessuna forma di redistribuzione in termini di salari dei lavoratori neanche in questi ultimi mesi che hanno visto l’impennata dei costi energetici e la ripresa inflazionistica come non si vedeva da anni e anni. E’ la più grande urgenza del Paese, e noto come è la più grande disattenzione del governo”. Così la senatrice Susanna Camusso componente della Direzione del Partito democratico nel corso del filo diretto con gli ascoltatori di Radio Immagina, la web radio dem. Rispondendo a un’altra domanda, Camusso ha aggiunto: “Non intravedo in nessuna delle scelte che sta facendo questa destra un’idea di politiche industriali, di politiche di sviluppo per il Paese, come e dove qualificarlo. Il Governo Meloni non vuole farlo sul versante ambientale, commettendo così un errore drammatico, perché invece di accelerare la transizione energetica tuona contro l’Unione europea. Non vuole farlo neppure nella qualificazione dei servizi perché, come Meloni ha teorizzato fin dal suo discorso di insediamento, sulle questioni che riguardano il lavoro la premier preferisce lasciar fare alle imprese. Un atteggiamento che non favorisce l’impresa di qualità, che è un’impresa che vuole investire, che ha bisogno di infrastrutture che la facciano crescere, ma favorisce chi se ne vuole approfittare, chi fa impresa di bassa qualità, quella che fa profitti sfruttando il lavoro”.


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