“Il ritorno in libertà di Cecilia Sala, grande gioia collettiva, deve essere una ragione in più per non distogliere lo sguardo da ciò che continua ad accadere in Iran. Il 7 gennaio scorso, Pakshahn Azizi, giovane donna curda di 40 anni, attivista per i diritti umani, è stata arrestata, torturata e condannata a morte dal regime iraniano con accuse totalmente infondate. Il suo unico ‘reato’ è stato il sostegno pacifico e umanitario agli sfollati e alle vittime degli attacchi perpetuati dall’ISIS. Ora, in qualsiasi momento, potrebbe essere giustiziata.
L’unica arma che abbiamo per salvarla è una mobilitazione decisa, forte e incessante della comunità internazionale, dei governi e dei parlamenti. Ce lo insegnano i movimenti giovanili iraniani e il grido di libertà che ha attraversato il mondo con il movimento Donna, Vita, Libertà.
I numeri sono sconvolgenti: nel 2024 l’Iran ha giustiziato 901 persone e, in appena 14 giorni del nuovo anno, ha già eseguito 44 condanne a morte.
Si tratta di salvare la vita di Pakshahn Azizi. Si tratta di dire basta all’orrore della pena di morte, un obbrobrio che calpesta la dignità umana e che non può trovare spazio nel mondo di oggi”. Lo ha dichiarato in aula a fine seduta la senatrice del Pd Susanna Camusso.