“Ci sentiamo umiliati nella nostra funzione di senatori e di senatrici nell’affrontare in questo modo il processo decisionale e legislativo. Questo vale per qualunque forza politica, perché non è una questione di posizione politica, ma di attuazione del dettato costituzionale rispetto al ruolo delle istituzioni. Il fatto che lo si chiami secondo decreto-legge pubblica amministrazione significa anche che è stato il secondo provvedimento sulla stessa materia a distanza di pochi giorni ed esattamente con la stessa caratteristica dell’altro, cioè il fatto di contenere di tutto un po’ quel che capitava tra le mani in quel momento: molta attenzione a moltiplicare i ruoli di direzione e le direzioni dei Ministeri, la totale disattenzione allo stato davvero difficile in cui versa la nostra pubblica amministrazione” Così la senatrice del Pd Susanna Camusso intervenendo in aula a Palazzo Madama.
“Non vanno bene due decreti-legge (ma non sarebbe andato bene neanche uno solo) se sono solo finalizzati a mettere qualche toppa senza affrontare invece le questioni fondamentali della nostra pubblica amministrazione, che sono innanzitutto la necessità di un piano straordinario di occupazione e la necessità di riqualificare, di rinnovare i contratti e di rimotivare i lavoratori e le lavoratrici nel loro ruolo e nella loro capacità di dare risposte. Credo che sia sotto gli occhi di tutti ciò che sta succedendo nella sanità, dove non solo l’anzianità media del personale è troppo alta e non permette di governare le sfide che ci presenta la situazione attuale, ma c’è anche e soprattutto una demotivazione che riguarda le modalità del lavoro, la quantità delle persone che possono lavorare e le risposte che si devono dare. Vorrei chiedere alla presidente Meloni perché questi due decreti-legge, uno dopo l’altro, non hanno mai visto la partecipazione delle parti sociali e la discussione con loro; forse perché quelle parti sociali avrebbero detto che il problema non era nel numero delle direzioni in questo o quel Mistero, ma negli organici, nei contratti, nelle qualità professionali”


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